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Identità sessuale e pride Lgbtq+, consigli per viverla senza pregiudizi

Contro disagio ed autoemarginazione le azioni per esprimersi al posto di isolarsi

Una coppia si abbraccia ad una Pride parade in Asia foto iStock.

Redazione Ansa

Tante sono le situazioni quotidiane in cui la propria identità sessuale può causare imbarazzo e disagio e autoemarginazione.
Al lavoro: molto spesso gli scambi e le interazioni con i colleghi implicano la condivisione di informazioni basilari su di sé. L’isolamento sarebbe in questo caso la risposta alla paura del giudizio e della discriminazione sul lavoro.



Le amate-odiate feste in famiglia: si tratta di occasioni in cui le domande sulla propria vita relazionale sono molto comuni. L’isolamento rappresenterebbe la soluzione per non scegliere tra il rispondere con sincerità o mentire.
Le uscite sociali in coppia: nei ristoranti, negli hotel, con gli amici, per le persone in relazioni Lgbtq+ può risultare faticoso sentirsi continuamente esposti allo sguardo altrui. In questi casi, il coming out è “obbligato” e alcuni preferiscono evitare di porsi in queste situazioni.
La psicologa Irene Raffagnini che collabora con TherapyChat condivide riflessioni e strumenti per chi non riesce a esprimere il proprio “pride” e che sceglie di isolarsi evitando il confronto con gli altri.
La limitazione volontaria delle relazioni sociali viene riscontrata in numerosi disturbi mentali, come l’ansia sociale o il disturbo evitante di personalità, anche estremo come nel caso degli Hikikomori. Si tratta di conseguenze di una società eccessivamente richiedente, fenomeni comuni per chiunque faccia parte della comunità Lgbtq+ particolarmente esposta al cosiddetto “minority stress”, una condizione di stress che caratterizza gli individui di una minoranza discriminata.
Nonostante gli apparenti passi avanti della società per essere più aperta e pronta ad accogliere l’unicità di ogni individuo, ancora oggi persistono tantissime forme di discriminazione e violenza. Il confronto su questi temi delicati richiede uno sforzo mentale notevole delle persone coinvolte, il che può portarle a rifiutare un contatto con l’esterno per evitare sofferenze.
Quali possono essere le azioni concrete per migliorare il proprio benessere mentale e costruire una propria identità, libera da giudizi e pregiudizi?
Ascolto: piuttosto che sentirsi estraniati, incastrati nelle proiezioni altrui, è fondamentale riuscire a beneficiare della “protezione del silenzio” per ascoltarsi, costruendo e difendendo ogni giorno la propria identità;
Dialogo: è importante aprirsi al dialogo rispettando i propri tempi. La psicoterapia rappresenta uno strumento utile per coloro che faticano ad aprirsi e ad avere contatti con il mondo esterno. Questa permette di migliorare il proprio benessere mentale in un contesto privo di giudizio. 
Pride: consolidare la consapevolezza di far parte di una comunità inclusiva come quella Lgbtq+ è decisiva per combattere l’isolamento ed accrescere la fiducia in sé stessi. La visibilità del gruppo a cui si appartiene è, inoltre, strettamente legata alla validazione di sé, del proprio orientamento sessuale e dei propri diritti. Sapere che non si è soli, essere visti per come si è realmente, permette di sentirsi più sicuri nei propri sentimenti coltivando un orgoglio che perdura nel tempo.
"Al di là del lavoro del singolo, alla collettività è affidata la responsabilità della creazione di un clima di reale accettazione, privo di discriminazione poiché pone le basi per la fiducia dell’individuo. Molto spesso i pregiudizi sono radicati nell’inconscio: il riconoscimento dei propri preconcetti e la modulazione delle interazioni sociali in base ad essi sono il primo step verso una visione degli altri e del sé maggiormente inclusiva" afferma Raffagnini.

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