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Un flusso infinito di storie e immagini di dolore, come proteggersi rimanendo informati

Consigli per adulti e bambini, trasformare l'impatto emotivo senza soccombere

Redazione Ansa

Siamo immersi in un flusso apparentemente infinito di storie e immagini dolorose provenienti da tutto il mondo, abbiamo perso oltre 3 milioni di persone a causa della pandemia di COVID-19, e ci ricordiamo la fila dei camion dell'esercito a Bergamo, assistiamo all’invasione russa dell’Ucraina, leggiamo la storia della nuova martire iraniana di appena 16 anni Armita Geravand picchiata a morte nella metro di Teheran dalla polizia morale perchè si era tolta il velo e ora alla fine di ottobre, ci sentiamo impotenti assistendo alla tragica perdita di migliaia di vite civili innocenti in Israele e Palestina, 9mila il bilancio provvisorio. Con il passare dei giorni della guerra in corso a Gaza e delle notizie raccapriccianti che porta con sé, come la morte di una giovane vittima innocente, simbolo dell'attacco di Hamas al rave in Israele, la 22enne tedesca-israeliana Shani Louk, portata via semi nuda dai terroristi che, si è saputo le hanno tagliato la testa. Molti di noi si ritrovano a controllare le notizie nel momento stesso in cui ci svegliamo e come ultima cosa prima di andare a letto: un flusso infinito di dolore.
Ormai, la maggior parte di noi ha visto ripetutamente immagini e video indimenticabili di cadaveri, automobili bruciate e blocchi di edifici distrutti. Questa esposizione è spesso involontaria. Ad esempio, mentre scorriamo i post sui social in questi giorni potremmo imbatterci in uno che trasmette una storia molto cruda e dolorosa sulla sofferenza dei cittadini di Israele e Gaza. La tensione e il disagio sono diffusi in ogni comunità. Arash Javanbakht, un professore dell'Università del Michigan psichiatra dei traumi e dello stress, un ricercatore che lavora con rifugiati, soccorritori e sopravvissuti alla tortura e alla tratta di esseri umani ha dedicato un volume a tutto questo, intitolato Afraid, paura, Comprendere lo scopo della paura e sfruttare il potere dell'ansia raccontando come attraverso le sue esperienze e la formazione, ha imparato a proteggersi lui stesso da un eccessivo impatto emotivo rimanendo informato 

Come ci influenzano le immagini del disastro

Numerose prove hanno dimostrato che il trauma non colpisce solo coloro che lo subiscono come è ovvio, colpisce anche altre persone che sono esposte alla sofferenza in altri modi. Ciò accade, in parte, perché gli esseri umani sono esseri empatici e sociali. L'esposizione indiretta e indiretta al trauma si verifica spesso nella vita dei primi soccorritori , dei rifugiati , dei giornalisti e di altri, anche quando non sperimentano direttamente il trauma .
Un mezzo di esposizione è attraverso le notizie, soprattutto quando sono visive, in movimento come nel caso di un video. Studi precedenti hanno dimostrato che l'esposizione a notizie degli attacchi terroristici come l'11 settembre ha causato sintomi di disturbo da stress post-traumatico alla depressione e all'ansia , sia negli adulti che nei bambini che non si trovavano nei centri colpiti .
Un altro rischio derivante dall'esposizione continua a immagini orribili è la desensibilizzazione e l'intorpidimento . Ciò significa che molti di noi potrebbero abituarsi troppo a tali immagini, vedendole come una nuova normalità e rimanendone indisturbati. La morte brutale di altre migliaia di persone diventa solo una statistica. Oppure facendo la cosiddetta disconnessione selettiva, bypassando le notizie brutali e cercando quelle positive.

 



Ma se volessimo rimanere informati, come proteggersi, riducendo al minimo i danni psicologici? La domanda non è oscena, è capitato tante volte, a me per prima, di sentirmi fortunata a vivere nel posto safe del mondo ma poi chi può dirlo veramente? Pensando alle stragi dei femminicidi ad esempio, o a quelle degli incidenti stradali nessuno di noi è al sicuro. Su The Conversation, una autorevole rete no profit di giornalisti dal rigore accademico, ecco alcuni consigli pratici
Come proteggersi
– Limitare la profondità di esposizione ai dettagli. In altre parole, scopri cosa sta succedendo e poi fermati lì. Evita l'impulso al voyeurismo del disastro. Se hai sentito la storia, potresti non aver bisogno di cercare le immagini o i video; se li hai visti, non c'è bisogno di rivisitarli ancora e ancora.– Ridurre il tempo trascorso e la frequenza di esposizione alle notizie tristi. Gli studi hanno dimostrato che l’esposizione alla copertura mediatica a seguito di un trauma collettivo per diverse ore al giorno può portare allo stress. Quindi controlla le notizie un paio di volte al giorno per essere informato, ma non continuare a cercare copertura. 

– Scegli le notizie fornite con compostezza. La missione dei media è quella di informare il pubblico su ciò che sta accadendo, ma la natura di questa narrazione può significare che le notizie disastrose vengono trasmesse in modo altamente emotivo. Leggere le notizie può proteggere in qualche modo dalla natura emotivamente carica della copertura televisiva o radiofonica. – Evita lo scorrimento illimitato. Non lasciarti attirare per ore a guardare le stesse immagini da diverse angolazioni. La tua sofferenza emotiva non ridurrà la sofferenza delle vittime.  questo perché alcune persone potrebbero sentirsi insensibili o disinformate se non continuano a seguire l'esposizione.

– Non ignorare o evitare altre notizie più positive. La continua esposizione esclusiva a notizie basate sui disastri distorcerà la tua percezione. Stanno accadendo molte cose nel mondo dell'arte, della cultura, della scienza, della tecnologia e dello sport in tutto il mondo non trascurarle

– Conosci i tuoi limiti. Alcune persone sono più sensibili e vulnerabili di altre all'influenza di ciò che sentono o vedono.

– Prendetevi del tempo per riflettere. Quando senti l'impatto negativo, l'ansia o la tristezza, riflettici e sappi che questa è una normale reazione umana alla sofferenza degli altri esseri umani. Quindi prenditi una pausa in attività che possono assorbire completamente la tua attenzione e ricaricarti emotivamente. un esercizio ad alta intensità  come può essere fare sport ad esempio

– Rimani informato, non manipolato. Non lasciare che la tua paura e la tua rabbia siano usate da coloro che cercano il dominio e la divisione. Per restare al medio oriente, ci sono posti lì e nel mondo in cui  ebrei e musulmani convivono insieme in pace e armonia da molto tempo.

Come proteggere i bambini dalle tragedie in corso

Aiutare i bambini ad affrontare le tre R: rassicurazione, routine e regolamentazione è di fondamentale importanza, indipendentemente dal contesto della tragedia che si sta verificando nelle notizie.
Anche i bambini sono spesso esposti a notizie e immagini che potrebbero avere effetti negativi su di loro . Per i bambini più piccoli, l'esposizione ripetuta alle notizie o a immagini inquietanti potrebbe creare l'illusione che l'evento continui a ripetersi o che stia accadendo nelle vicinanze.
Ecco alcuni suggerimenti per limitare l’impatto sui bambini:

– Fare attenzione a non esprimere emozioni negative eccessivamente cariche di fronte ai bambini, che apprendono quanto sia sicuro o pericoloso il mondo che li circonda sia in gran parte dagli adulti .– Limitare l'esposizione dei bambini in base alla loro età.

– Quando i bambini vengono esposti a notizie spaventose o sconvolgenti, parlane con loro in modo adeguato alla loro età e spiega cosa sta succedendo con un linguaggio comprensibile.

– Ricordare ai bambini che sono al sicuro. Per i bambini più piccoli, potrebbe essere importante ricordare loro che questi tristi eventi non accadono nel luogo in cui vivono.

– Non evitare le loro domande, ma usarle piuttosto come un’opportunità educativa adeguata all’età .

Il consiglio più importante

Noi adulti possiamo anche ridurre l’impatto negativo su noi stessi aiutando gli altri, soprattutto quelli colpiti da queste calamità. Infine il consiglio più importante : ridurre la sofferenza di chi sta vivendo certe situazioni. La nostra  Tristezza, ansia, rabbia e frustrazione possono essere incanalate in azioni come il contributo alle attività di raccolta fondi, il volontariato per aiutare le vittime e l’attivismo per persuadere i politici a fare ciò che è giusto. 

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