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25 novembre, dalla violenza si esce, cosa fare e come aiutare

Dalla psicoterapia ai percorsi di rinascita

Redazione Ansa

“Prendere consapevolezza di essere vittime di violenza non è semplice e decidere di reagire, anche con una denuncia, può costituire una sfida ancora più grande. La terapia psicologica può rappresentare un primo passo: potersi esprimere liberamente, in uno spazio sicuro, riservato e privo di giudizio, sentendosi ascoltate e accolte è, infatti, un passaggio chiave per poter prendere maggiore coscienza di sé e dei soprusi subiti. Inoltre, il ciclo della violenza espone coloro che ne sono vittime a molteplici fattori di rischio. Alcune donne, a seguito delle aggressioni vissute, potrebbero sviluppare disturbi da stress post-traumatico, che necessitano di cure e interventi specifici. Tra i compiti del terapeuta ci sarà anche quello di aiutare la donna a riconoscere i comportamenti violenti e a comprendere tutti quei meccanismi, incluse le difese psicologiche, che possono intrappolarla in una relazione abusante. Sarà poi importante individuare e rafforzare le risorse personali e quelle presenti nell'ambiente, indirizzando la paziente verso servizi locali specializzati nella gestione della violenza di genere. Infine, è essenziale che la donna si senta accompagnata, sostenuta e supportata nel processo di allontanamento dall'aggressore. La terapia, infatti, oltre al supporto emotivo, può fornire anche strumenti pratici e risorse che contribuiscono a far sì che la donna riacquisisca pian piano il controllo della propria vita, elaborando i vissuti traumatici, riconquistando la propria autostima, ma soprattutto la capacità di curare e amare sé stessa. Infine, è importante ribadire il messaggio che dalla violenza è possibile uscire. Con il tempo e gli aiuti adeguati, ogni donna vittima di violenza può a riscoprire il proprio valore e costruire un percorso di rinascita dopo l’esperienza traumatica della violenza”, dice la psicoterapeuta Valeria Fiorenza Perris, clinical director del servizio di psicologia online Unobravo.

Cosa fare se si è vittime di violenza

 Anche una volta presa coscienza di essere state vittime di violenze fisiche o psicologiche, sono molte coloro che sono restie a chiedere aiuto o non sanno a chi rivolgersi. La tempestività dell’intervento e della denuncia, però, può essere salvifica. Le donne vittime di abusi possono trovare supporto al numero antiviolenza e stalking 1522, gratuito e attivo 24h su 24. A seguito della richiesta di aiuto, si può venire affidate a un centro antiviolenza nella propria città. La presa in carico prevede un accompagnamento psicologico, un supporto medico e giudiziario. I costi giudiziari sono a libero patrocinio: non sostenuti dalla vittima, ma dallo Stato. Anche in caso di ricovero presso strutture sanitarie e di alloggio in case-famiglia, le donne abusate sono difese in modo totalmente gratuito. 

Come aiutare una donna vittima di violenza?

Come aiutare una donna vittima di violenza?  “Per prima cosa è essenziale sospendere ogni forma di giudizio e mostrare, invece, ascolto e comprensione. L'istinto di chi osserva dall'esterno è spesso quello di voler offrire un aiuto immediato, incoraggiando la vittima a uscire quanto prima dalla relazione violenta. Purtroppo, questo approccio può risultare fallimentare e generare frustrazione e senso di impotenza sia nella vittima che nella persona che ha offerto il suo aiuto. È importante comprendere che le vittime di violenza necessitano spesso di tempo, sia per prendere consapevolezza della situazione che stanno vivendo, sia per contrastarla . L’aiuto più prezioso che possiamo dare è essere presenti e mostrarci come un punto di riferimento, pronti a intervenire al momento giusto”, ha aggiunto la psicoterapeuta Perris.

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