Rubriche

Le inquietudini della Generazione Z tra paura e accettazione

Salute mentale, inchiesta di Cosmopolitan in anteprima per ANSA

Redazione Ansa

Quanto contano il corpo, l'apparenza, l'estetica e il giudizio degli altri? Che percezione abbiamo di noi stessi nel mondo? Come viviamo la nostra età? A queste domande, rivolte ai giovani dalla rivista Cosmopolitan in un'inchiesta sulla salute mentale, hanno risposto oltre 5mila persone, in maggioranza donne, tra i 15 e i 27 anni. Sul prossimo numero di 'Cosmopolitan, The Self Issue', in edicola dal 12 aprile, i risultati del sondaggio fotografano una generazione piena di inquietudini, tra la voglia di accettarsi, la paura di ammettere cosa non va e quel rapporto con lo specchio che gioca sempre a sfavore.
    L'inchiesta sulla salute mentale è una necessità per le generazioni più giovani ma anche per i Millennial, quelle che durante la pandemia hanno sofferto l'interruzione dei rapporti umani, sviluppando disagio e apatia. Giovani divorati dall'ansia e dal non sapere qual è la direzione, incerti nelle loro forme che stanno ancora cambiando, perché, come spiega Giampaolo Perna, direttore scientifico Humanitas Psico Care e docente Humanitas University, "il momento di transizione arriva intorno ai 23 anni, quando la parte salda del cervello si collega a quella emozionale, e si stabilizzano i comportamenti".
    Dall'inchiesta emerge che il 97% degli intervistati vorrebbe cambiare delle cose di sé, il 70,7% identifica il benessere con lo stare bene con se stessi e il 46% con la mancanza di preoccupazioni o di ansie. Il 49,8% dei giovani dichiara di stare male al pensiero dell'incertezza del futuro, il 94% soffre o ha sofferto di stress e il 65,1% condivide le preoccupazioni con gli amici, il 33% con la famiglia e lo 0,8% con gli insegnanti. Il 68% degli intervistati si vergogna di ammettere i propri problemi, il 54% confessa di andare dallo psicologo e l'87% lo considera uno strumento utile per conoscersi. Per stare meglio il 71% si affida allo svago e agli amici mentre il 60% allo sport. E infine i social: il 57% dichiara di usare filtri per le foto e di prestare attenzione al successo dei propri post.
    "Molti studi hanno indagato come ci siano alte correlazioni tra l'esposizione a contenuti digitali di perfezione irrealistica e lo sviluppo di comportamenti disfunzionali nei confronti del cibo e del proprio corpo - spiega la psicologa Irene Sanguineti -. Eppure ognuno mostra all'altro la versione di sé che desidera. Esiste un filtro anche nella vita reale e la differenza con quello digitale è che quello reale si può abbattere". E allora abbattiamo i filtri e riprendiamoci la vita a cominciare da noi stessi, da chi siamo e non da chi vorremmo essere, come ripete Anna Pepe, 20 anni, diva del rap in copertina sul numero di Cosmopolitan "alle ragazze che vorrebbero essere come me dico che finché non ti accetti da solo, gli altri non lo faranno mai". Importanti sono le testimonianze delle celebrity, di chi ha avuto il coraggio di ammettere che le domande dell'inchiesta li hanno toccati nel profondo. Tanti cantanti e talent - da Francesca Michelin, Jolanda Renga e Alessia Lanza a Nicky Passarella, Martina Socrate, Ditonellapiaga, Lollo Barollo e Aurora Ramazzotti - sono diventati ambassador dell'iniziativa, promuovendola sui loro profili social. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it