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Esageri con cibo, shopping o social? Ecco i piaceri deludenti e il segreto per combatterli

Non solo mancanza di autocontrollo o di autostima, anche le distrazioni ci fanno esagerare

Redazione Ansa

Perché alle volte esageriamo? Ad esempio consumando dolciumi o merendine o facendo shopping, oppure giocando a Tetris e, ancora, scrollando troppo a lungo i post di Instagram sul telefonino e, perfino, leggendo un libro fino a tarda notte per poi pagarla al risveglio del mattino? Un esercito di guru da tutto il mondo, influencer, mental coach e preparatori atletici, scodellano regolarmente stratagemmi ed esercizi motivazionali per migliorare il proprio autocontrollo e incrementare la propria autostima rifuggendo dai consumi esagerati che ci fanno male ma, forse, c’è anche un altro aspetto da considerare ed è sotto i nostri occhi: chi esagera lo fa spesso perché mentre consuma cose o esperienze dette ‘beni edonici’ (perché ci fanno sentire meglio anche se magari non ne abbiamo realmente bisogno) è distratto continuamente. La distrazione abbatterebbe il senso del piacere nel fare quella determinata azione, inducendoci così a prolungarla a caccia della desiderata gratificazione che non arriva mai se non si capisce questo meccanismo.

L’appagamento fa fatica ad arrivare e noi perseveriamo a consumare/comprare. Così alla lunga i beni edonici provocano l’effetto opposto a quello sperato, per esempio ci fanno ingrassare o perdere tempo o sonno preziosi. Basta dunque concentrarsi di più, soffermarsi ad esempio sul sapore di una brioche per evitare di desiderarne un’altra o un vassoio intero? Basta dedicarsi pienamente alla scelta di quel paio di pantaloni che ci piacciono per evitare di rifarsi l’intero guardaroba, magari con capi che poi neanche metteremo? Sembra di sì, la distrazione è nemica del piacere ed è la benzina per reiterare i consumi.

Il nesso tra piaceri deludenti da distrazione, e quindi sul perché esageriamo, è stato appena indagato da un pool di psicologi di diverse università tedesche in una interessante ricerca appena pubblicata sul Journal of personality and social psychology. “Il consumo edonico si riferisce alle esperienze di consumo caratterizzato principalmente da un'esperienza affettiva e sensoriale di piacere estetico o sensuale, fantasia e divertimento, - precisano gli autori. – E’ un aspetto critico della vita quotidiana che non va sottovalutato. In un dato giorno, una persona può trarre un grande piacere dal mangiare cibi gustosi, leggere e leggere un romanzo interessante, guardare una serie televisiva avvincente o un film, praticare un gioco online emozionante. Eppure spesso le stesse persone consumano più beni edonistici di quanto desiderino o di quanto sia bene per loro, ad esempio possono mangiare così tanti dolciumi da entrare in conflitto con i loro obiettivi di salute o leggere così a lungo a tarda notte che la loro qualità del sonno viene compromessa”. Generalmente si ritiene che a monte di un tale comportamento ci sia un autocontrollo insufficiente e da qui la serie di manuali di gestione del proprio tempo in modalità ‘fai da te’ e corsi e tutorial motivazionali per avere tutto sotto controllo ma, forse, si può provare anche a dedicarsi interamente alle cose che abbiamo scelto di fare, una alla volta, senza pensare ad altro perché il piacere non deluda e sia appagante.

"Ogni giorno, una persona può trarre grande piacere da una o più di queste attività, ma spesso consuma più beni edonistici di quanto desidera o di quanto gli faccia bene", ha affermato l'autore principale dell’esperimento, condotto su centinaia di persone di più generazioni (dai 18 ai 70 anni) Stephen Lee Murphy. - Quando le persone sono distratte per esempio durante un film o la lettura di un romanzo, probabilmente sperimentano meno divertimento o piacere perché la distrazione inibirà l'immersione narrativa e la connessione con personaggi importanti e utili a massimizzare il piacere della lettura. Per ragioni simili, è probabile che la distrazione ostacoli la navigazione dei gamer online e chi sviluppa giochi elettronici punta ad evitarlo per massimizzare la gratificazione e la fedeltà dei clienti”.

Poi c’è la distrazione dal piacere quando si mangia o si beve. Anche qui le prove non mancano: chi mangia con attenzione e consapevolezza ad esempio cioccolato prova e dichiara un maggiore piacere nel consumo rispetto chi, mentre consuma dolciumi, fa altro ad esempio un puzzle. Allo stesso modo, chi è distratto a pensare ad altro mentre mangia o beve apprezzato perfino meno i sapori rispetto a chi non si distrae. Questi e altri esempi scodellati dagli esperti suggeriscono che, quando siamo distratti, non elaboriamo completamente gli stimoli correlati col piacere edonistico che quella data sostanza/oggetto/esperienza apporterebbe, quindi è probabile che il godimento sia ostacolato e questa insoddisfazione, a sua volta, crea un bisogno di ulteriore gratificazione e quindi il perpetrare il consumo stesso, esagerando.

Come si fa a smettere di essere consumatori distratti? “Riconoscere le nostre distrazioni, anche descrivendone i momenti passo per passo, è un primo passo verso la comprensione delle nostre pulsioni psicologiche dietro il consumo eccessivo di ciò che ci attrae”. Proviamo a scrivere su un foglio come abbiamo stato spezzettato mentalmente o con altre azioni il momento dedicato al quel consumo piacevole e ne scopriremo delle belle su quanto essere multitasking sia deleterio per raggiungere il piacere e l’appagamento correlati con una determinata scelta. Abbiamo deciso di addentare una brioche appena sfornata? Niente controllo dei messaggi di WhatsApp mentre si mangia potrebbe ad esempio aiutare a gustarla e a far passare la voglia di mangiarne un’altra. Siamo a dieta ed è ora di pranzo? Affrontiamo il pasto con l’atteggiamento che si merita, assaporando i sapori e godendoci i piatti senza distrarci, rimandiamo i pensieri sugli impegni del pomeriggio o del giorno dopo a dopo il caffè. Stiamo leggendo un libro? Dedichiamogli un tempo preciso, spegniamo la tv o la radio e immergiamoci nel mondo descritto dagli autori. Alla fine saremo davvero sazi, in un modo sufficientemente valido da non danneggiarci.

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