Altro che bamboccioni. Quando lavori per il cinema come autore non è l'impegno, né il gender gap a pesare a fine mese - in alcuni casi l'essere donna si può anche rivelare un vantaggio - ma l'età: puoi essere bravissimo, aver studiato anni, fatto mille esperienze ed essere richiestissimo ma se sei giovane (al pari di molte altre professioni), è matematico che il tuo lavoro verrà pochissimo retribuito.
Al punto che solo il 25% degli under 35 guadagna un reddito che sia al di sopra della soglia di povertà di 15.000 euro all'anno.
Il dato emerge da un sondaggio che hanno realizzato gli associati under 35 di WGI e 100Autori, su un campione di 161 sceneggiatori e registi giovani. Chi è sceneggiatore ha un reddito medio annuo 12.229 euro, ma il 50% di loro guadagna meno di 5mila euro l'anno. Chi è regista guadagna mediamente 13.947 euro e la metà di loro arriva a meno di 7mila euro l'anno.
Si tratta dunque di un mercato del lavoro complesso, in linea con la condizione generale degli under 35 in Italia, con la differenza che in questo caso spesso lavorare gratuitamente o quasi sembra essere considerato un requisito per dimostrare la propria passione e determinazione. In questo modo la professione resta inaccessibile a chi non vive in una condizione privilegiata.
Così è nato il Collettivo U35, gruppo trasversale 100+Wgi che collabora con Anac, per fare rete, informazione e fronte comune ai grandi cambiamenti oggi in atto nel settore: al Cinema Farnese di Roma hanno organizzato un incontro (nell'ambito dell'XXI edizione delle Giornate degli Autori) dal titolo "Non chiamateci giovani" per illustrare sia i dati del sondaggio, sia per discutere delle reali condizioni di lavoro e di accesso a una professione che "continua a essere una eccellenza italiana nel mondo ma per svolgere la quale troppo spesso si è costretti anche a lavorare gratuitamente". Una professione in un settore per molti impenetrabile e che tende a bollare come sinonimi termini come gioventù e incompetenza.
Eppure i nuovi professionisti esistono: investono sulla formazione specialistica, fanno percorsi di inserimento professionale come i tirocini, poi finalmente entrano nel mondo del lavoro, tanto che il 70% di loro ha frequentato almeno un corso professionalizzante.
Raffaele Grasso è uno di loro: giovane lo è effettivamente, ha 29 anni, ma ha già un'esperienza notevole avendo, tra l'altro lavorato come assistente alla regia sulle serie Esterno Notte di Bellocchio e su M - Il figlio del secolo, sul mediometraggio O Night Divine di Guadagnino. Per il Collettivo sta lavorando come coordinatore: "non per rivendicare messaggio politici ma per capire meglio come il mondo del cinema sta cambiando, anche con l'arrivo della nuova normativa di settore".
A dialogare con i "giovani" ci saranno tecnici, legali e commercialisti "per capire come gestire la professione" nel nuovo quadro normativo. E anche come fare squadra con le altre professioni del comparto per promuovere il cinema "indipendente" che sempre più spesso fa rima con "esordiente". (ANSA).
Non è un cinema per "giovani" autori, redditi sotto la soglia di povertà
Le cifre da fame in un sondaggio del Collettivo Under 35 registi e sceneggiatori