Il 5 ottobre è la Giornata mondiale degli insegnanti, una professione da sempre decisiva e di grande responsabilità per la società (al tempo stesso non adeguatamente valorizzata) che in questo scenario di emergenza sanitaria è diventata ancora di più avamposto di frontiera. Il ruolo del docente non è per niente facile in questo contesto e gli esperti consigliano alcune raccomandazioni come promuovere un metodo di approccio alla realtà che vada oltre il semplice studio, stabilire un dialogo con i propri alunni, dimostrarsi empatici e pazienti, e svolgere il proprio lavoro con entusiasmo.
“Le scuole, anche quelle materne o gli asili nido, hanno sempre più un progetto didattico lontano dal mero accudimento, volto a condurre ogni alunno nella sua individualità, nel suo percorso di crescita e di sviluppo delle competenze cognitive, emotive, relazionali, linguistiche e motorie. Questo processo è reso possibile dai docenti che attraverso la quotidianità e la routine accompagnano i loro studenti al raggiungimento degli obiettivi di crescita nelle fasi evolutive per età. Andrebbero maggiormente sensibilizzate le famiglie sull'importanza di mantenere vivo il contatto con la scuola, in questo particolare ed estremamente delicato momento storico. Nonostante anche la didattica a distanza si sia rivelata utile per superare questa fase di emergenza, la presenza fisica del docente in aula e il rapporto empatico che si crea con gli alunni hanno risvolti maggiori dal punto di vista delle emozioni e dei risultati che si possono raggiungere”, sostiene Eva Balducchi, co-fondatrice del Baby e Junior College di Monza e Seregno.
L’importanza di svolgere al meglio il ruolo di insegnante per favorire il processo di crescita educativa dello studente è un pensiero condiviso anche da una ricerca pubblicata su Psychology Today secondo cui l’attenta guida di un educatore nei primi anni di scuola aiuta il 75% dei bambini a migliorare le capacità di analisi critica. E ancora, gli insegnanti ricoprono un ruolo fondamentale nello sviluppo economico di un Paese: secondo una ricerca pubblicata sul New York Times, infatti, quando gli studenti vengono spinti a essere creativi e produttivi dimostrano di avere maggiori probabilità di essere imprenditoriali e compiere progressi tecnologici. Un’indagine del Telegraph infine evidenzia come quasi l’80% degli studenti abbia ammesso di considerare i propri insegnanti dei modelli di vita capaci di aiutarli a inseguire i propri sogni.
“L’istruzione contribuisce a creare un mondo più sicuro, sostenibile e interdipendente. Per questo è giusto celebrare gli insegnanti, grandi protagonisti di questa giornata mondiale, e il ruolo fondamentale che svolgono nella quotidianità di una scuola, soprattutto in questo periodo di grande emergenza – ha spiegato Mariarosa Porro, pedagogista presso il Baby College di Monza – Ma essere un buon docente non risulta essere sempre un compito facile per tutti. Bisognerebbe seguire alcuni accorgimenti come non limitarsi alla trasmissione del sapere fine a se stesso, ma lasciare impresso nella mente dello studente un metodo di approccio che vada oltre lo studio, e non dimenticare di insegnare l’empatia ricordando l’esistenza del cortocircuito emozionale, concetto teorizzato dalla filosofa e psicologa Daniela Lucangeli per indicare situazioni di difficoltà emotiva che rendono difficile l’apprendimento. Ogni volta che un bambino apprende qualcosa sperimenta emozioni che si tracciano nella memoria autobiografica di sé e traccia, oltre al ricordo dell’errore, l’emozione con cui apprende”.
Essere buoni insegnanti in 10 punti:
- Non dimenticare il significato del termine insegnare e il suo valore etimologico: dal latino insignare, vuol dire “segnare” la mente dello studente, lasciando un metodo che vada oltre il mero studio.
- Svolgere il proprio lavoro con entusiasmo e mostrare empatia: i bambini assorbono le emozioni, sia positive sia negative, e ne tracciano il ricordo durante il loro percorso educativo.
- Comportarsi come un libro aperto, sempre pronto a nuove avventure e scenari inaspettati: dare sempre il meglio di sé aiuta a diventare un punto di riferimento per gli studenti che in questo modo potranno “respirare” valori universali.
- Costruire e alimentare il dialogo con i propri alunni: la partecipazione degli studenti è fondamentale per l’apprendimento. La lezione migliore, infatti, diventa quella che viene costruita assieme a loro.
- Non sottovalutare le potenzialità che si possono tirar fuori dal processo educativo: il buon insegnante è colui che, a prescindere dai mezzi concreti a disposizione, è un sostenitore delle potenzialità umane.
- Essere un coltivatore di grandi sogni: i bambini tendono a rispecchiarsi nell’immagine della persona che gli cammina accanto, soprattutto degli insegnanti. In quest’ambito rientra anche la possibilità di utilizzare nuovi contenuti
- Costruire la coesione del gruppo classe: aiutare tutti gli studenti a partecipare attivamente alla vita scolastica e alle lezioni, evitando possibili tensioni.
- Non limitarsi al mero accudimento: essere un buon docente non significa soltanto prendersi cura degli alunni, bensì stimolarli e aiutarli nel loro percorso di crescita.
- Favorire un clima sereno e coinvolgente all’interno dell’aula: educare significa tirare fuori il meglio da ciascun alunno. Situazione realizzabile soltanto attraverso un clima di tranquillità, di ascolto attivo, e all’interno di una vera relazione educativa costruita sulla reciproca fiducia.
- Insegnare l’empatia ricordando l’esistenza del cortocircuito emozionale: soltanto in questo modo il docente è in grado di aiutare lo studente ad affrontare situazioni di difficoltà emotiva.
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