Provare una scuola nuova, nei contenuti, nel metodo e nell’organizzazione delle lezioni in aula. Una rivoluzione, un luogo aggregante, di cultura moderna, che dia loro la carica, li porti a capire chi sono e al migliore confronto con gli altri.
La Gen Z ha occhi spalancati sull’oggi e sul futuro ed è delusa dal muoversi lento, troppo lento e lontano da loro, della scuola italiana. Questo, in sintesi, il pensiero dei nostri ragazzi alle prese con lo studio ma anche con iniziative extra in cui si sentono appassionatamente coinvolti, come le giornate di cogestione in corso o appena concluse in molti licei italiani. Iniziative in voga molti anni fa, finite nel dimenticatoio e ripescate recentemente in diverse scuole. I ragazzi si sentono parte attiva del sistema scolastico e dovrebbero essere di certo più considerati.
Cosa sognano? Cosa cambierebbero? ANSA LIFESTYLE lo ha chiesto a loro.
“Vorrei provare una scuola nuova, - spiega Stefano, 18 anni. – Diversa nei contenuti e nelle modalità di apprendimento. Durante l’anno nel nostro liceo, abbiamo la possibilità di riunirci alcuni pomeriggi per discutere su temi di interesse comune e al passo con i tempi. Da questo piccolo progetto, battezzato ‘l’officina dei saperi potenziali’, ha preso piede la nostra cogestione, fatta in modo sperimentale per la prima volta questo anno dopo tanto tempo. Abbiamo organizzato dei dibattiti sui temi del momento di cui invece a scuola si parla poco o niente. Abbiamo anche sperimentato insegnamenti legati alla creatività, dal disegno alla musica dal vivo e perfino attività di socializzazione inclusa la meditazione ed il ping pong, che sono stati affollatissimi. Docenti e studenti insieme a costruire le lezioni, un bellissimo esperimento per sondare una nuova modalità di insegnamento, più coinvolgente e moderna”. Conclude lo studente: “La cogestione, secondo me, è il seme per provare ad organizzare una scuola nuova tutto l’anno, più attuale e partecipativa, insomma un modello che dovrebbe essere considerato dall’istituzione scolastica come traccia utile per svecchiarla. Noi ci siamo nel dare un contributo sia nelle materie che nel metodo, non più solo fatto di insegnamenti in modalità verticale ma anche orizzontale e basato sulle esperienze dirette”.
“Vorrei una scuola con programmi di insegnamento più attuali, con l’inserimento di nuove materie che i singoli studenti possono scegliere costruendo così il loro personale indirizzo di studio, - spiega Zaynah, 16 anni. – Immagino lezioni frontali seguite da discussioni, dibattiti, approfondimenti e col coinvolgimento degli studenti. Una modalità a mio avviso interessante anche per aumentare l’apprendimento delle materie classiche, rinforzandole. Ci sono inoltre alcuni argomenti urgenti che, discussi regolarmente nell’anno scolastico potrebbero essere molto utili. Mi riferisco, ad esempio, all’educazione sessuale ed affettiva per ragazzi e ragazze, a come relazionarsi con gli altri e a come difendersi di fronte a soprusi, violenza fisica e psicologica. La scuola potrebbe dare un grande contributo, oltre ad essere il luogo d’eccellenza dove si riuniscono ragazzi della stessa generazione, un ambiente senza dubbio positivi per il dialogo tra pari. Organizzare iniziative spot, con esperti esterni che dall’alto spiegano ‘come funziona’, così come capita ogni tanto nelle scuole, invece servono davvero a poco. Immagino la possibilità per tutti di capire, arricchendosi attraverso il confronto e l’esperienza ”.
“Sembra che il mondo si muova indifferente a noi ragazzi. Le scuole zoppicano, invece vanno preservate, migliorate e arricchite perché si fanno carico delle nostre vite per molti anni - ribatte Valerio, 17 anni – Penso ad un luogo più moderno, con materie aggiornate e completate da esperienze nuove, in condivisione con noi per farci sentire facenti parte della collettività e per imparare anche per esperienza diretta. Quindi mirate a migliorare l’apprendimento perché non tutti abbiamo le stesse capacità e anche per attrarre l’attenzione e la partecipazione degli studenti che vivono situazioni difficili fuori le mura della loro scuola”.
“Ci vorrebbe una scuola aperta più a lungo, oltre l'orario delle lezioni - sottolinea Chiara, 16 anni. - Non so in quanti si fermerebbero. Sono sicura però che potrebbe diventare un luogo aggregante e di cultura per tanti che non hanno la fortuna di svolgere altre attività pomeridiane, incluso poter studiare in un ambiente favorevole e non da soli e lontano da tante distrazioni”.
Stando ai dati Miur sulle iscrizioni raccolte online del 2022/2023, gli Istituti tecnici e professionali sono stati scelti rispettivamente dal 30,7% e dal 12,7% dei ragazzi e delle ragazze. I licei, con i loro diversi indirizzi, restano in testa nelle preferenze, scelti dal 56,6% dei neoiscritti e delle neoiscritte, ma subiscono una lieve flessione: un anno fa il 57,8% dei ragazzi preferiva un indirizzo liceale, quest’anno sono il 56,6%. Il 26% delle iscrizioni va ai licei scientifici. Il Classico attira una piccola fetta di teenagers che passa dal 6,5% dello scorso anno al 6,2%. Il 7,4% ha scelto il linguistico (erano l’8,4% un anno fa). Crescono il liceo delle Scienze umane, dal 9,7% al 10,3% e l’Artistico, dal 5,1% al 5,5%. Stabili il liceo Europeo e Internazionale (0,5%) e i Licei musicali e coreutici (0,7%). Gli Istituti tecnici salgono al 30,7% delle scelte, dal 30,3% di un anno fa. L’interesse per gli Istituti professionali è cresciuto di quasi un punto, dall’11,9% al 12,7%.