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Fai bei sogni, cinque consigli per aiutare i bambini

Alberto Pellai, sognare fa bene alla mente

Un bambino che si addormenta foto iStock.

Redazione Ansa

 “Quando dormiamo, il nostro cervello si trova a confronto con tutto ciò che lo ha stimolato, nutrito o turbato durante il giorno. È un po’ come se di notte, la nostra mente si prendesse la rivincita e ci mostrasse il mondo, le emozioni, le paure e i desideri da un’altra prospettiva, proponendoci una nuova visuale da cui rivedere ciò che abbiamo vissuto. Nei bambini, tutto questo accade in maniera ancora più potente”, dice Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, esperto dell’età evolutiva e ricercatore all’Università degli Studi di Milano in occasione della Giornata Mondiale del Sonno il 25 settembre. Ecco perché mamme e papà non devono mai sottovalutare questo aspetto. “I sogni ci aprono la porta verso il mondo interiore dei nostri piccoli” prosegue l’esperto. “Ci fanno capire quelle dinamiche che loro non riescono a descrivere a parole, ci raccontano desideri, fantasie, ma anche ansie e paure. I bambini del terzo millennio si trovano in una quotidianità piena di emergenze, dalle guerre al Covid fino alle minacce di un meteo impazzito, e spesso non riescono a rimettere in ordine tutti i pezzi di questo domino fuori controllo. Queste paure si manifestano nei sogni notturni causando a volte risvegli improvvisi, richieste di essere abbracciati e confortati”.

Allora, il primo consiglio per i genitori è lasciarsi ispirare da ciò che abita i sogni dei nostri figli, chiedendo loro di raccontarcelo, disegnarlo e renderlo protagonista della quotidianità. “Usare fantasia e immaginazione per rendere le loro notti più belle e più piene aiuta i bambini a sviluppare capacità fondamentali nella vita reale come la creatività, l’empatia, la consapevolezza di sé e il problem solving. Sognare, insomma, fa bene alla mente”.

il Gruppo Lego ha commissionato una ricerca che ha coinvolto 10.000 bambini e genitori di 10 Paesi. I risultati hanno fatto riflettere: solo la metà degli adulti chiede ai figli cosa sogna ed è consapevole dell’importanza di immagini e desideri notturni. Con il dottor Pellai, autore di decine di best seller (l’ultimo è Allenare alla vita – Mondadori),  ecco 5 consigli esclusivi da mettere subito in pratica per invertire la tendenza:

1. Create il rito della nanna: aiutate i bambini ad avvicinarsi al momento del sonno con piccoli rituali, come la storia della buona notte, la ninna nanna e una piccola lampada vicino al letto. Si tratta di azioni ripetitive che contengono codici affettivi e servono a far sentire i piccoli tranquilli e protetti nel momento in cui si abbandonano al territorio del sonno.

2. Aiutate i bambini a immaginare ciò che sogneranno: raccontate i vostri sogni più belli o chiedete loro cosa vorrebbe immaginare. Fare questa attività nel tempo immediatamente precedente all’addormentamento aiuta il cervello a predisporsi a “buoni sogni”.

3. Tenete il diario dei ‘sogni belli’ e disegnate: chiedete ai vostri figli cosa hanno sognato e scrivetene un breve riassunto su un diario da tenere sempre sul comodino. Quando li addormentate alla sera, di tanto in tanto potete leggere queste storie per allontanare paure e incubi. Non solo: aiutateli a condividere questi contenuti con un disegno. Mettere le emozioni notturne su un foglio aiuta i vostri figli a condividere i loro stati emotivi e li rassicura sulla vostra presenza come custodi della notte. Questi gesti, poi, creano momenti di dialogo e condivisione sul tema.

4. Inventate nuovi finali per gli incubi: se al mattino i bambini vi raccontano un brutto sogno, proponete loro di immaginare come sarebbe andata a finire la vicenda, aiutandoli a costruirsi un finale positivo. Questo li tranquillizza e facilita il non ripetersi degli incubi.

5. Imparate a vedere che cosa si nasconde dietro i sogni: storie e immagini notturne celano sempre desideri, voglie e paure. Rimanere in contatto con tutto questo vi permette di supportare al meglio i vostri figli nella loro crescita.

Matteo Lancini, sognare diventa processo di auto-scoperta

La pandemia sembra aver trasformato il modo in cui gli italiani vivono i sogni, oggi sempre più orientati verso obiettivi concreti e realizzabili. 1 italiano su 3 rivela di sognare a occhi aperti, tanto che il 70,54% afferma che i sogni sono aspirazioni da realizzare nella vita reale. Anche i sogni dei bambini, contrariamente a quel che ci si aspetterebbe, riguardano maggiormente progetti concreti (71,2%).

Lo rivela una ricerca Pan di Stelle - love brand del Gruppo Barilla amato da circa 10 milioni di famiglie italiane - su un campione di 800 genitori con figli fino 13 anni, in occasione del lancio della nuova campagna "Sogna e credici fino alle stelle”, al via il 25 settembre, Giornata Mondiale dei Sogni.

La ricerca, realizzata dall'agenzia Armando Testa in collaborazione con Toluna, conferma che, in seguito al biennio pandemico, i sogni hanno assunto un'importanza cruciale per i genitori italiani, offrendo conforto (42,4%) e diventando parte integrante della quotidianità, con il 31% delle persone che vi si rifugiano più spesso rispetto al passato. Dopo aver sognato, il 75% si sente infatti più sereno. I sogni degli adulti di oggi si concentrano sulla famiglia (56,1%), i figli (41,5%) e la vita quotidiana (41,1%). Sognano di risolvere i problemi della vita di tutti i giorni, spesso economici, e si accontentano, più spesso rispetto al passato, delle "piccole cose", come una vacanza in famiglia o più tempo libero. Tra i sogni più grandi emergono desideri come una nuova casa e un nuovo lavoro. In generale, per il 40%, i sogni sono un incoraggiamento per una vita migliore.

Anche i figli si rifugiano nei sogni con maggiore frequenza, trovandovi conforto e sollievo (40,12%). I loro sogni si focalizzano su piccoli desideri quotidiani (50,1%), i loro interessi (45%), gli amici (35,5%), la famiglia (34,4%) e la scuola (23,8%). L'immaginazione non solo offre ai bambini un incoraggiamento verso l'idea di una vita migliore, ma funge anche da evasione dalla realtà.

Se guardiamo più da vicino i sogni di adulti e bambini, secondo quanto emerso dalla survey, emerge però una differenza sostanziale tra i sogni dei bambini e degli adulti: i sogni degli adulti parlano di obiettivi concreti e raggiungibili - una famiglia felice, figli realizzati, una nuova casa, una carriera gratificante – e molti aspirano a un futuro più sostenibile e di pace. I sogni dei bambini, invece, anche se più ancorati alla realtà in questa generazione rispetto ad altre, sono comunque più magici: i bambini sognano in grande con genuina convinzione, fuggendo dalla realtà (31,8% vs 12,22% degli adulti) e mantenendo viva la fantasia (26,5% vs 24,4% degli adulti), la quale non solo arricchisce la loro esperienza quotidiana, ma alimenta anche il loro senso di meraviglia e scoperta.

"In un contesto complesso, caratterizzato da incertezze verso il futuro, i sogni non sono più solo aspirazioni collettive o ideali astratti. Il vero sogno è trovare e coltivare il nostro autentico sé. In questo senso, sognare diventa, soprattutto per i bambini, un processo di auto-scoperta, un percorso, non privo di difficoltà e inciampi, ma importante per scoprire sé stessi. Fondamentali, in questo cammino, le relazioni con gli altri, per il supporto che possono offrire per affrontare le paure e sfide quotidiane”, commenta Matteo Lancini, Psicologo e Psicoterapeuta.

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