La possibilità di avere delle scelte e la libertà di immaginare di essere chiunque. E' la filosofia che ha portato alla creazione della bambola più famosa al mondo: Barbie.
Con oltre 250 bambole d'epoca, oltre a interviste, spot pubblicitari, designer, video, sezioni narrative dalla collezione privata di David Porcello e della Mattel, la mostra, curata da Karan Feder, traccia 65 anni di storia della Barbie mettendo in evidenza il percorso che ha portato la bambola a diventare appunto un'icona culturale. Lo fa partendo dalle intenzioni della sua creatrice, Ruth Handler, la quale, dopo aver fondato con il marito Elliot e Harold Matson la Mattel, decise di dedicare una bambola alla figlia Barbara con un corpo conturbante e la possibilità di essere tutto ciò che vuole senza mai perdere di vista la moda. Fu proprio osservando la bambina che giocava creando bambole di carta alle quali dava ruoli da adulti, che si rese conto delle potenzialità di una bambola dalle caratteristiche di un adulto.
La prima Barbie, la numero 1, è in bella mostra al quinto piano del Mad. Era il 1959 e il pubblico della New York Toy Fair accoglieva con scetticismo una bambola con un costume zebrato e la coda di cavallo. Era del tutto diversa dagli altri giocattoli dell'epoca perché aveva le sembianze di un adulto, nonostante ciò il successo fu immediato, il mondo fu stregato da quella bambola e dalla sua filosofia.
Disposta su due piani, 'Barbie: A Cultural Icon' arriva a New York dopo il debutto nel 2021 a Phoenix e a Las Vegas. E' organizzata secondo decadi e lungo sei sezioni. Oltre alle origini, la prima sezione presenta tutti i 22 ensemble dei costumi originali, tra cui uno a tema vacanze romane, Barbie Bell Dress, ispirato a Jackie Kennedy, l'arrivo di Ken nel 1961, la Barbie in minigonna in omaggio a Mary Quant, Christie la prima bambola nera, la Barbie astronauta, la creazione della Barbie Dreamhouse (la casa dei sogni).
"Barbie - ha detto all'ANSA la curatrice - nei suoi 65 anni di storia ha catturato lo spirito dei tempi, è stata di ispirazione e ha aiutato tante ragazze nelle loro carriere. E' un brand che si è evoluto attraverso le generazioni". Non a caso, da bambola dal corpo perfetto, nel corso degli anni sono nate le Barbie all'insegna dell'inclusività con ad esempio la sindrome Down, non vedenti, con protesi, senza capelli e con vitiligine . "Il modello più venduto in assoluto - continua la Feder - è stata la 'Totally Hair Barbie' distribuita nel 1992. Ha capelli acconciabili lunghi fino ai piedi della bambola. In mostra abbiamo inoltre la Mirror-Pink Corvette e la serie, 'Barbie Signature 65th Blue Sapphire Anniversary Fashion Dolls', in omaggio alla storia e al patrimonio culturale della bambola".
A New York si celebra Barbie come icona culturale
Mostra al Museum of Arts and Design