Foto rubate da 'ladri di immagini', vedi alla voce Paparazzi. Un termine che si fa risalire agli anni '50, alla Dolce Vita, alle scazzottate di Walter Chiari inseguito a Via Veneto nel 1958 da Tazio Secchiaroli, passa per Lady Diana e la sua morte nell'incidente stradale sotto il ponte dell'Alma a Parigi proprio per la fretta di sfuggire via ai fotografi che la inseguivano in vacanza con Dodi Alfayed - giusto 20 anni fa il 31 agosto - e ancora non termina. Un vocabolo, Paparazzi, che così in italiano è noto in tutto il mondo.
A questo fenomeno è dedicata una mostra, con tante immagini inedite: Arrivano i Paparazzi! Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi, al Centro italiano per la fotografia Camera a Torino (13 settembre 2017 – 7 gennaio 2018).
"In questa grande mostra ci sono i ricchi e famosi, e anche quelli che avrebbero voluto esserlo - anticipa Walter Guadagnini che di Camera è il Direttore. “C’è la Via Veneto degli anni Sessanta, con la sua incredibile fauna, ma ci sono anche figure come Brigitte Bardot, Jackie Kennedy Onassis, Lady D, Silvio Berlusconi, paparazzati in situazioni private che, forse, avrebbero preferito non veder ‘messe in piazza’”.
La mostra si concentra su questo particolare fenomeno diventando quasi un genere della fotografia. Si tratta di un percorso visivo sulla pratica della cosiddetta “fotografia rubata”, attraverso cui è possibile ricostruire momenti storici e fenomeni di costume, in una continua riflessione sui ruoli e le funzioni della fotografia.
L’esposizione prende avvio con la stagione dei Paparazzi, fenomeno esploso a Roma nella seconda metà degli anni Cinquanta e legato soprattutto al mondo del cinema. È questo il cuore dell’esposizione, in cui sono raccolte numerose immagini dei grandi protagonisti dell’epoca, fra cui Tazio Secchiaroli, Marcello Geppetti, Elio Sorci, Lino Nanni, Ezio Vitale e altri ancora. Qui, attraverso un’ampia selezione di stampe in gran parte d’epoca, si ricostruisce il clima visivo e culturale nel quale queste immagini sono nate e hanno circolato, con particolare attenzione nei confronti delle riviste, allora veicolo di informazione primario. Il contesto privilegiato è quello della famosa Roma di Via Veneto e della Dolce Vita, che rinasce nelle prime sale di CAMERA, permettendo un’immersione nella società e nel costume di quegli anni attraverso, alcune fotografie ormai divenute icone e altre riscoperte e riunite per questa occasione. Sfilano sotto gli occhi del pubblico i protagonisti di quella indimenticabile stagione, da Anita Ekberg ad Ava Gardner, da Michelangelo Antonioni a Federico Fellini, da Walter Chiari a Richard Burton e Liz Taylor.
La mostra non si ferma a questa rievocazione, ma procede negli anni successivi, compaiono sulla scena altri personaggi, le situazioni si fanno più scabrose, il gusto della sorpresa e dell’assalto che caratterizzava i Paparazzi si trasforma in uno sguardo da lontano, più voyeuristico. Esemplari sono a questo proposito due vicende. La prima è quella di Jackie Kennedy (poi Onassis), autentica icona della stampa di costume e scandalistica. Negli anni Sessanta il suo volto è immortalato in alcuni scatti di Ron Galella mentre passeggia tranquillamente e inavvertita per le vie della città, ma nel decennio successivo diventa preda di una serie di servizi che la mostrano senza veli, in situazioni private, creando così un caso internazionale. La celebre sequenza di Settimio Garritano che la ritrae nuda mentre prende il sole in vacanza, pubblicata sulle riviste per soli uomini, diventa un caso internazionale.
Successivamente un ruolo analogo tocca a Lady Diana: anche la sua storia è strettamente legata a quella dei “ladri di immagini”, che seguono ogni momento della sua vita, dal fidanzamento con Carlo alle ispezioni nei campi minati della ex-Jugoslavia, fino a pochi istanti prima della sua morte.
“Il cambiamento radicale nella comunicazione avvenuto con l’avvento del digitale muta ancora una volta il panorama di questo “genere”; allo stesso tempo si modificano anche i soggetti sul palcoscenico della realtà, poiché non sono più tanto gli attori a catalizzare l’attenzione dei fotografi, ma le figure del potere, politico e non solo”, chiosa Francesco Zanot che con Guadagnini cura la mostra. Arrivano i Paparazzi! è inoltre punteggiata dai lavori di alcuni autori contemporanei che hanno preso spunto dall’immaginario dei Paparazzi e riflettuto sulla loro pratica, portandola al confine tra finzione e realtà. Il mondo della moda, spesso bersaglio delle “paparazzate”, si è appropriato di questo linguaggio con le immagini della grande fotografa Ellen von Unwerth, che hanno come protagonisti le star del nostro tempo, da David Bowie a Kate Moss a Monica Bellucci, e che unisce l’ironia della citazione alla esplicitazione di uno sguardo al femminile, trasformando la vittima in protagonista. L’inglese Alison Jackson ha realizzato alcune immagini nelle quali sono ricostruiti scatti apparentemente rubati a personaggi celebri come Marilyn Monroe e la stessa Lady Diana, in un gioco di inganni e specchi che lascia lo spettatore stupito, interdetto e divertito. La mostra si conclude con un ampio progetto di Armin Linke, tra i protagonisti della fotografia contemporanea, che ha lavorato sull’archivio di Corrado Calvo, moderno paparazzo reso celebre dalle sue istantanee sulle vacanze di Berlusconi: un lavoro, quello di Linke, che riflette anche sui temi dell’archivio e del senso di una professione e di un atteggiamento così controverso e affascinante.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it