Cannes 2018. 21 film in concorso (con i nostri Dogman di Matteo Garrone e Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher), 3 fuori, le proiezioni speciali, il concorso del Certain Regard (con Euforia di Valeria Golino) e poi la Quinzaine des realizateurs, Cannes classic con i restauri (questo e' l'anno di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica) e i documentari sul cinema, i cortometraggi della Cinefondation...decine e decine di film. Ma il festival e' speciale anche per molto altro, il jet set che mette in moto e gli incontri legati al Marche' dove si fa il business dell'industria cinematografica (quest'anno pare una minore presenza americana e una fortissima cinese). Districarsi e' uno slalom difficile.
Questi sono i 10 highligts che fanno grande l'edizione n.71, che comincia con il film fuori concorso di Asghar Farha di Todos los Saben, un thriller psicologico con protagonista la coppia glamour spagnola Penelope Cruz e Javier Bardem.
1) Solo: a Star Wars story. Lo spin off di Star Wars, girato da Ron Howard, tutto dedicato al personaggio di Solo della saga immortale di George Lucas, e' davvero una delle esclusive di Cannes 2018. L'attesa e'...stellare. Arrivano Alden Ehrereich , Emilia Clarke, Woody Harrelson oltre la regista. Nel giardino dell'Hotel Carlton una plancia di comando del Faucon Millenium e' a disposizione dei passanti sulla Croisette per provare l'ebbrezza, in attesa della premiere il 15 maggio fuori concorso (e gia' sold out).
2) A volte ritornano. Nel 2011 il regista danese delle Onde del destino Lars Von Trier presentando Melancholia (meraviglioso, valse il premio a Kirsten Dunst) si lascio' sfuggire (sulla sobrieta' non giuro' nessuno) con la stampa dichiarazioni filo-naziste. Con clamore fu cacciato dal festival, dichiarato 'persona non grata'. Nel 2018 retromarcia: la pecora nera del gregge di Fremaux puo' tornare, fuori concorso. "Cannes e' la casa degli artisti, li accoglie e li protegge. Anche Lars", ha detto ieri il direttore, spiegando che Von Trier ha in sostanza espiato la colpa. Sulla presenza del fobico danese (non prende aereo, soggiorna in camper e leggende varie) in conferenza stampa il 15 maggio e' tutto da capire. Matt Dillon e Uma Thurman i protagonisti del suo The house that Jack built arrivano per sostenerlo.
3) Cannes nel maggio '68 fu sospeso, da un gruppo di registi tra cui Truffaut, Claude Lelouche, Luis Malle, Roman Polanski e Gordard che ne chiesero l'annullamento immediato interrompendo la proiezione del film di Carlos Saura Peppermint Frappe'. 50 anni dopo festeggia l'anniversario dei moti del '68 accogliendo il papa' della Nouvelle Vague, icona del cinema francese Jean Luc Godard che a 87 anni torna sulla Croisette ancora da atteso protagonista e in concorso per la Palma d'oro con Le livre d'image, un suo viaggio sul mondo arabo di oggi. E a proposito di festeggiamenti del '68 altro atteso evento, domenica 13 maggio a Cannes Classics, è 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, per l'occasione restaurato.
4) No selfie. Atteggiarsi sulla Montee des Marches, instagrammando in diretta la propria foto sul leggendario tappeto rosso è decisamente cheap anche se sei una stella del cinema. Ormai è regola scritta. Attori, registi e accompagnatori sui gradini sono pregati di fermarsi a farsi immortalare dai fotografi accreditati in smoking dalle 8 di mattina. Lasciateli fare il loro lavoro, ha pensato il direttore Fremaux, i selfie fateveli a casa vostra.
5) Cate, Marion e Kristen: le stelle sono tante, quasi tutte donne. La Blanchett presidente della giuria, l'ex Twilight Stewart con lei, Cotillard (ottavo anno consecutivo protagonista a Cannes) versione platinata per Guele d'ange, promettente esordio di Vanessa Filho a Un Certain regard guidano una bella pattuglia che va da Lea Sydeaux a Jane Fonda, da Audrey Tatou a Emilia Clarke, a Isabelle Adjani, Vanessa Paradis produttrice di porno gay.
6) Blackkklansman: gli americani quest'anno latitano ma quei pochi sono attesisissimi. E' il caso del film di Spike Lee, in concorso lunedì 14, ispirato alla storia vera di Ron Stallworth, un poliziotto afro americano che riuscì a infiltarsi nella setta razzista Ku Klux Klan. Con l'occasione il regista da sempre in prima linea per la comunità nera in America e difensore dei diritti civili torna sulla Croisette dopo 27 anni (era Jungle Fever, 1991).
7) Palma al femminile: è talmente annunciato il premio nell'anno del #metoo e del post Weinstein una Palma d'oro ad una regista che il direttore del festival ha dovuto smentire preventivamente la non notizia. C'è da dire che l'ultima è stata Jane Campion con Lezioni di piano, 35 anni fa. Nel caso la lotta a 3 andrebbe, secondo voci, di diritto a Eva Husson per Les Filles du soleil, un film di guerra sul battaglione di soldatesse curde. Ma possono sperare la nostra Alice Rohrwacher con Lazzaro Felice e Nadine Labaki con Capharnaum.
8) Assenti ma presenti: in concorso due cineasti dissidenti, agli arresti domiciliari nei rispettivi paesi, Iran e Russia. 3 visages di Jafar Panahi e L'etè di Kirill Serebrennikov. Per quanto speranzosi fino all'ultimo di vedere arrivare i due registi, le loro sedie sono destinate a restare vuote e a simboleggiare l'impegno di Cannes per la libertà espressiva dell'arte.
9) Grandi incontri. Oltre alle decine di film, Cannes più che mai quest'anno si caratterizza per imperdibili lezioni di cinema: Martin Scorsese alla Quinzaine il 9 maggio, Christopher Nolan il 12, John Travolta il 16, Gary Oldman il 18.
10) L'innominabile è ovunque. L'edizione 71 del festival di Cannes è la prima del post Weinstein. Il molestatore seriale denunciato da decine di donne è stato finora protagonista indiscusso sulla Croisette (e a quel che sappiamo anche nelle stanze), finanziando ad esempio il super evento glam dell'amfAR. Quest'anno la battaglia delle donne è il sottotema del festival. Al punto che un numero verde e un apposito team #nerienlaisserpasser è stato creato per denunciare le molestie. Comportament correct exigè è il biglietto speciale per dire basta. Meglio tardi che mai
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