Robert Crawley "è come un membro della mia famiglia. Ho iniziato a interpretarlo più di dieci anni fa, ma l'aver avuto delle pause, nelle quali mi sono dedicato a tanti altri progetti, mi ha permesso di non annoiarmi mai con lui o con il resto della famiglia.
"Sono sempre aperto a sorprese, ma credo che con questo capitolo il viaggio di Downton Abbey sia arrivato a destinazione e posso solo dire che è stato meraviglioso", sottolinea Bonneville, escludendo, almeno per ora, la possibilità di nuovi sequel. Questo ritorno vede quasi al completo il gruppo di aristocratici e servitori di Downton Abbey, interpretato fra gli altri, da Maggie Smith, Michelle Dockery, Elizabeth McGovern, Laura Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Brendan Coyle, Kevin Doyle, Michael Fox, Joanne Froggatt, Penelope Wilton. Siamo nel 1928 e i Crawley devono confrontarsi con due eventi che riserveranno diverse sorprese. Mary (Dockery), per avere a disposizione la cifra necessaria a riparare il tetto della dimora, accetta la proposta di una troupe cinematografica e concede la grande casa come set per girare un film muto. Mentre gran parte del resto della famiglia, guidata da Robert, va nel sud della Francia, per indagare sul perché di una grande e inaspettata eredità, una grande casa, destinata alla sempre pungente e brillante madre Violet (Maggie Smith) da un uomo del suo passato.
"E' stato bello poter di nuovo viaggiare dopo il lockdown. All'inizio non avevamo la sicurezza di poter girare in Francia e si stavano cercando location in Inghilterra che sembrassero abbastanza francesi - dice sorridendo Bonneville -. Ma alla fine poter andare realmente in Costa azzurra è stato bellissimo e il film cattura la luce e i colori diversi di quei paesaggi".
Uno degli elementi chiave del successo di Downton Abbey è il modo nel quale "riflette l'oggi tanto quanto il tempo in cui ambientato - sottolinea l'attore -. Poi vediamo un passato che non è così lontano, è quello dei nostri nonni. Julian Fellowes lo riscrive però con una prospettiva contemporanea. Uno degli aspetti centrali, ad esempio, sono le donne forti che guidano la storia. Un lato che riflette come le donne fossero realmente il motore di queste grandi famiglie e della gestione di queste magioni, anche se poi nella società avessero pochissime tutele. Julian così rende loro omaggio". Un insieme di ingredienti che il pubblico continua ad amare, tanto che Downton Abbey II - Una nuova era è stato uno dei primi film non legati ai supereroi, al fantasy o all'action, che ha riportato il pubblico nelle sale: "Tutti noi attori, soprattutto in questi due anni di pandemia, abbiamo ricevuto messaggi da parte di persone che ci dicevano come durante il lockdown avessero scoperto o rivisto la serie, pensando magari a quando l'avevano vista per la prima volta con i genitori e stavolta in molti ci hanno scritto che il film li aveva portati a tornare per la prima volta al cinema. Il legame con i pubblico non si è mai interrotto: la serie era finita nel 2015, prima di Brexit, prima di Trump, della pandemia e della guerra in Ucraina... credo che molti ritrovando questi personaggi ripensino anche a un periodo più sereno".
Hugh Bonneville "penso che la saga di Downton Abbey sia arrivata alla fine"
6 stagioni, 15 Emmy e due film per la serie cult di Julian Fellowes