Un tam tam che va avanti da tre anni, un libro perfetto per raccontare i Millennial senza stereotipi e poi la nomination agli Emmy e la vittoria ai Bafta inglesi, ora, arrivata finalmente anche in Italia, Normal People di Lenny Abrahamson sta diventando un piccolo caso di culto.
Tratta dall'omonimo romanzo di Sally Rooney da 1 milione di copie (in Italia pubblicato da Einaudi come le altre opere di questa autrice di Dublino), la miniserie prodotta da Bbc e Hulu, dopo un passaggio su Lionsgate+, è diventata in Italia la seconda più vista su RaiPlay dopo Mare Fuori.
Cosa ha di speciale Normal People da emergere così prepotentemente nella produzione globale di serie tv? Certamente un romanzo di grande successo e un adattamento che non delude, ma al cuore c'è un'aderenza totale, naturale, senza sconti ma anche senza esagerazioni su come sono i giovani adulti. È un coming of age, una storia di crescita di due giovani studenti dal liceo all'università. Non ci sono vite allo sbando, non ci sono violenze, non ci sono eccessi: al centro ci sono proprio, come dice il titolo del romanzo e della serie, persone normali alle prese con il diventare grandi, trovare un posto nel mondo, sganciarsi dalle famiglie d'origine, affrontare l'accettazione di se stessi senza altri modelli, sperimentare il disagio del vivere, il dolore, le delusioni, le ferite e soprattutto imparare ad amare.
Niente di sdolcinato nella storia di Connell e Marianne, giovani della contea irlandese di Sligo, lui intelligente, brillante, adorato dalle ragazze, estrazione proletaria e lei ricca, infelice, secchiona, bullizzata. Si frequentaranno (di nascosto) dal liceo e poi andranno, primi della classe, al college, entrambi selezionati al prestigioso Trinity College di Dublino e si diranno ti amo solo alla fine, dopo essere stati migliori amici, confidenti, sodali, amanti appassionati. Tra loro c'è una chimica che ipnotizza gli spettatori, sono connessi intimamente anche quando non sono insieme e l'attrazione sessuale è palpabile.
C'è chi dice che Connell e Marianne siano gli Heathcliff e la Cathy delle nuove generazioni, paragonando Normal People a Cime Tempestose di Emily Bronte. Ma c'è un grande, bellissimo tema nuovo che attraversa la serie e che definisce i giovani adulti di oggi oltre stereotipi e ricerche di marketing: l'idea che si è felici quando si è indipendenti l'uno dall'altro, quando l'amore non è avere rimpianti per quello che non si è fatto per sacrificarsi per l'altro, quando aiutarsi senza farsi domande è quanto di più prossimo all'amore per sempre.
I due protagonisti sono ora lanciatissimi. Paul Mescal ha ottenuto quest'anno la nomination agli Oscar per il film indie Aftersun di Charlotte Wells, già premiato a Cannes e Deauville (un successo su Mubi) ed è ad oggi tra gli attori più richiesti e dopo The Last Daughter di Maggie Gyllenhaal, Creature di Dio con Emma Watson, Carmen esordio alla regia di Benjamin Millepied, Mescal è sul set di Ridley Scott per Gladiatore 2: il regista lo ha talmente voluto da attenderlo per l'inizio delle riprese, per dare modo al 27enne attore irlandese di concludere la sua tournée teatrale di Un tram che si chiama Desiderio, in cui interpreta il ruolo che fu di Marlon Brando. Daisy Jessica Edgar-Jones, inserita da British Vogue tra le donne più influenti, per Normal People ha ricevuto la candidatura al Bafta, al Critics Choice Television Award e al Golden Globe.
Dopo ha girato In nome del cielo, ricevendo una seconda candidatura al Golden Globe, è stata protagonista della Ragazza della palude di Olivia Newman e nella serie sci-fi War of the Worlds. E in attesa di entrare sul set del reboot kolossal Twisters diretto da Lee Isaac Chung, è diretta da Lisa Cholodenko in Beautiful, il musical biopic sulla cantautrice americana Carole King.
RaiPlay ha preso in considerazione Normal People fin dal 2019, subito sono piaciute la narrazione efficace, un cast di altissimo livello, una regia intelligente e moderna, capace di farci guardare l'universo presentato nella serie con gli occhi dei protagonisti. Appena i diritti sono stati sul mercato la piattaforma l'ha presa, acquisendo anche Conversations with Friends, altra miniserie scritta e prodotta dal team di Normal People e pure tratta da un altro bestseller della Rooney. In un'ottica strategica RaiPlay - dicono all'ANSA i responsabili - è riuscita a chiudere un "pacchetto Sally Rooney" riconfermando, così, il posizionamento dell'offerta verso il target di pubblico 18-35 anni. Normal People ha ottenuto dal 19 maggio al 15 giugno 405mila ore di visione e 1.4 milioni di visualizzazioni, quasi la metà della platea digitale ha meno di 45 anni ed è prevalentemente femminile (65%). (ANSA).
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