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The Life , l'ologramma di Marina Abramovic tra reale e virtuale / IL VIDEO

Arte immersiva con Tin Drum, dalla Serpentine di Londra a Pesaro

Redazione Ansa

The Life, ideata da Marina Abramović e prodotta dallo studio specializzato in mixed reality Tin Drum con la regia del fondatore Todd Eckert, è la prima mostra di arte performativa in realtà mista mai concepita. Presentata per la prima volta alla Serpentine Gallery di Londra nel febbraio del 2019, l’opera ha attraversato il mondo prendendo vita in diverse città, raggiungendo persino il traguardo della vendita all’asta record in occasione dell’appuntamento autunnale londinese di Christie’s nel 2020. A Pesaro, dove viene presentata in prima nazionale, la mostra debutta con una veste ampliata, arricchita di costumi originali ed elementi acustici pensati per invitare a una riflessione dedicata alla natura della memoria, dove l’artista transita in mondi diversi e attraversa il tempo e lo spazio.

La prima italiana di The Life, l’opera immersiva di Marina Abramović e Tin Drum, che per la prima volta nella storia dell’arte propone una performance in una doppia dimensione: fisica e digitale è un’esperienza cinematografica tridimensionale unica, aperta al pubblico dal 5 al 18 giugno 2024 presso il Centro Arti Visive Pescheria, nel cuore di Pesaro, e parte del palinsesto di Pesaro 2024 - Capitale italiana della cultura “La natura della cultura”.
"Il mio lavoro si basa sulle arti performative e questo è il mio primo esperimento, il mio primo tentativo di utilizzare le nuove tecnologie e di ampliare l'idea di come le arti performative possano essere viste in futuro, se l'artista non è più fisicamente presente”, ha detto in un videomessaggio.

Come funziona The Life

Ciascun partecipante è invitato a liberarsi di ogni dispositivo elettronico e a indossare un visore per la realtà aumentata, attraverso cui visualizzare i confini di una stanza vuota. Al centro dell’ambiente virtuale si muove l’ologramma dell’artista Marina Abramović, la cui performance può essere osservata dal pubblico in maniera libera e da qualsiasi angolazione. L’assenza di barriere e schermi fornisce l’opportunità di cogliere nuovi punti di vista, vivendo un’esperienza unica nel proprio genere assieme all’artista.
 
L’opera riflette sul potere dell’arte come forza non tangibile, scaturita dall’incontro tra l’artista e l’energia collettiva delle persone coinvolte nell’opera. L’immagine digitale di Marina Abramović permette all’artista di realizzare una performance senza essere fisicamente presente, creando uno spazio che oscilla tra reale e virtuale e superando i confini della performance in presenza per entrare a pieno titolo nel territorio simbolico della memoria.
 
Spiega il regista Todd Eckert: “Tra cento anni, quando chiunque abbia conosciuto Marina Abramović sarà morto, ci saranno persone che guarderanno The Life e, si spera, sentiranno quel senso di connessione - di esperienza umana. Questo è davvero il punto dell'opera: cercare di creare una connessione umana autentica tra artista e pubblico oltre la semplice osservazione che domina i nostri media attuali.”
 
The Life invita a confrontarsi con le idee di assenza e di durata, affrontate attraverso il posizionamento dell’artista in una dimensione oltre il tempo. L’opera, che prende vita in un orizzonte di eterno presente, punta i riflettori sulle possibili intersezioni tra tecnologia e azione artistica, coltivando al contempo la connessione umana che si crea tra artista e spettatore.
 

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