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Influencer e creator, fiducia non cala nonostante gli scandali

Indagine Ipsos-Stardust sui comportamenti nella creator economy

Redazione Ansa

 Credibilità dei creator che rimane stabile, anche dopo i recenti "casi", dal Pandoro Gate in poi.
    Il 90% degli utenti che dichiara di aver compiuto un'azione dopo la visione di un contenuto e 1 su 4 di aver effettuato un acquisto. E una nuova sensibilità verso la formazione, considerata vantaggiosa da 7 operatori su 10, utile per fare crescere professionalità, credibilità e prevenire comportamenti potenzialmente rischiosi.
    È la fotografia dell'evoluzione degli influencer nella creator economy che emerge dall'indagine Ipsos per Stardust, presentata in occasione dell'Influencer Marketing24 organizzato da UPA - Utenti Pubblicità Associati. Un'analisi che da un lato esplora l'evoluzione del ruolo di influencer e creator e dall'altra le abitudini e percezioni del pubblico (analisi condotta in tre fasi: desk, 1500 interviste tra i 16 e 65 anni con un sovra-campionamento di 800 interviste tra i 16 e i 28 anni e interviste strutturate online a un panel di 14 creator).
    Dunque, chi segue oggi influencer e creator? Tra i 1500 utenti di social media intervistati, lo fa il 48%, con il 42% che guarda i contenuti e il 21% che li commenta. Si tratta per lo più di un pubblico giovane (ma non solo) e a maggioranza femminile. Nonostante i recenti casi che hanno colpito il settore, poi, crediamo ancora agli influencer: ne ha un'opinione positiva o molto positiva il 32%, neutra il 36%, contro il 29% di chi ne pensa negativamente.
    Il numero di influencer e creator seguiti è poi aumentato rispetto a due-tre anni fa. La maggior parte delle persone li scopre in modo casuale navigando sui social. Il 72% semplicemente incrociandoli nel proprio feed, ma c'è una buona fetta di utenti (36%) che li cerca per informazioni su prodotti e vale sempre il passaparola di amici e conoscenti (32%).
    Infine, c'è chi entra in contatto con influencer e creator attraverso i media tradizionali: il 27% grazie alla tv e l'11% alla radio.
    Ma perché si segue un influencer? Nel 56% dei casi per puro intrattenimento. Ma c'è chi è attratto da chi sa spiegare in maniera semplice alcuni argomenti (40%), chi vuole consigli per gli acquisti (38%) o aggiornamenti su trend e novità (36%). Altri fattori rilevanti sono la capacità di parlare di situazioni di vita comune (33%) o di essere un punto di riferimento per le passioni del pubblico (30%).
    La fiducia è un elemento essenziale per il 29% degli intervistati che considera importante l'affidabilità e competenza dell'influencer e il 18% che si fida delle sue opinioni. Il fatto che "ne parlino tutti" seduce poi il 12% dell'audience.
    L'appeal degli influencer si legge anche nei comportamenti degli utenti: il 90% ammette di aver compiuto un'azione in seguito ai loro contenuti, come mettere in pratica un suggerimento (51%), cercare informazioni su un prodotto o marca (47%) o approfondire ulteriormente su altre fonti (46%). Il 26% ha effettuato un acquisto e, tra questi, 6 su 10 dichiarano di acquistare con regolarità. Ma non solo. I follower di influencer e creator hanno attitudini di consumo diverse: amano provare nuovi prodotti (81% contro il 75% dei non-audience), prediligono abiti e accessori di qualità (79% contro 76%), prestano molta attenzione alla marca (78% contro 70%) e preferiscono prodotti e servizi premium (59% contro 47%). Il 54% è disposto a comprare un prodotto consigliato da un artista che ammira, valore nettamente superiore al 28% dei non-audience. Forte è l'attenzione verso l'impatto ambientale: l'84% si dichiara sensibile al "green" nelle proprie scelte di consumo, dato molto simile all'85% dei non-audience, che testimonia una sensibilità comune sul tema. (ANSA).
   

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