(ANSA) - ROMA, 06 MAR - Quasi metà (48%) della produzione di
batterie agli ioni di litio pianificata oggi in Italia rischia
di andare incontro a ritardi, di essere ridimensionata o
addirittura cancellata. A determinare questa situazione è
soprattutto l'Inflation Reduction Act (Ira), la legge approvata
da Washington per attirare la produzione di tecnologie verdi.
Al momento sullo stabilimento che dovrebbe sorgere in Piemonte
persistono incertezze in merito ai finanziamenti e ai permessi
necessari alla costruzione. L'analisi dell'organizzazione
ambientalista rileva come in tutta Europa sia a rischio il 68%
della capacità produttiva di batterie agli ioni di litio
prevista per i prossimi anni. Secondo T&E, di fronte a questo
scenario - che vede gli USA diventare particolarmente
attraenti per la nascente industria delle batterie - l'Unione
Europea deve mettere in campo strumenti comuni di sostegno
finanziario con l'obiettivo di far crescere i volumi di
produzione, favorendo al contempo procedure autorizzative più
snelle. "I piani industriali per la produzione di batterie
nella UE sono sotto il fuoco incrociato di Stati Uniti e Cina",
dichiara Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia. "Per
competere efficacemente, l'Unione Europea deve dotarsi subito di
una politica industriale verde incentrata sulle batterie,
fornendo un robusto sostegno per aumentarne i volumi di
produzione". Secondo BloombergNEF, la quota europea di nuovi
investimenti nella produzione di batterie agli ioni di litio su
scala globale è scesa dal 41% nel 2021 ad appena il 2% nel 2022.
Contemporaneamente, gli investimenti in batterie negli Stati
Uniti e in Cina hanno continuato a crescere. (ANSA).
T&E, a rischio metà progetti di gigafactory in Italia
A causa della concorrenza Usa incentivata dall'Ira