La marca Dacia, a metà strada rispetto al piano che copre il periodo 2020-2025, è impegnata non solo sulle novità di prodotto e di gestione “come la nuova brand identity”, ma anche “nell’adeguamento ai radicali cambiamenti del mercato che sono in atto”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Dacia Denis Le Vot durante un incontro in videoconferenza organizzato per la stampa italiana. “In tutta Europa clienti vengono verso di noi in misura crescente per effetto dell’inflazione, ma non vogliamo posizionarci sui volumi - ha sottolineato - perché l’obiettivo è di restare Dacia senza rinunciare ai valori del brand”.
Le Vot, nel sottolineare il crescente successo della marca in tutto il Continente, Italia compresa, ha rivelato che la complessa situazione economica in molti Paesi, assieme alla trasformazione del mercato, sta “avvicinando a Dacia nuovi clienti provenienti da segmenti superiori, anche premium” e questo fenomeno si accentuerà con l’arrivo nei prossimi anni - così come previsto dal piano - di tre nuovi modelli di segmento C. “Nel 2024 arriverà il suv che sostituisce l’attuale Duster - ha precisato Le Vot - seguito nel 2025 dal suv Bigster che con i suoi 4 metri e 60 si colloca nel cuore del C”. L’amministratore delegato di Dacia ha anche precisato che sia Duster sia Bigster “saranno ibride con tecnologie di origine Renault”.
Quando Bigster arriverà sul mercato “Dacia entrerà in questo segmento strategico con prezzi più bassi - ha detto - perché siamo più leggeri ed essenziali. Di alcuni Adas, ad esempio, non c’è bisogno e quindi non influiranno sul prezzo. E per quelli richiesti dalle norme i prezzi saranno comunque competitivi”. Le Vot ha spiegato che la missione di Bigster, a fianco degli altri modelli del segmento C (uno di questi potrebbe essere un people mover derivato dal nuovo crossover) è di “entrare nella shopping list di clienti che oggi guidano auto tedesche e giapponesi di questo tipo” ottenendo contemporaneamente il risultato di “abbassare l’età media dei clienti a 35 anni, ora a 42”.
Durante l’incontro Le Vot ha più volte sottolineato l’importanza della strategia del ‘decalage’ - cioè di attingere a tecnologie di ultima generazione ma che sono “già state ammortizzate” e quindi fanno parte dei punti di forza dei modelli Dacia, assieme all’elemento base della progettazione, il ‘design to cost’ e la gamma dei motori Eco-G che hanno la “potenzialità di soddisfare le richieste sulla CO2 senza ricorrere agli ibridi”. “Dal 2035 saremo anche elettrici - ha detto Le Vot - ma prima di allora il motore termico resterà centrale nei nostri programmi”. In tema di norme Euro 7 l’amministratore delegato di Dacia ha detto che l’azienda “è pronta, ma tutto dipenderà da come si deciderà di misurare le emissioni”.
Nel ribadire che “la leggerezza della costruzione dei nostri modelli, che non sono appesantiti da elementi o accessori inutili” Le Vot ha sottolineato la rischiosità dell’introduzione dell’Euro 7 così come previsto, perché “comporterebbe un aumento dei costi fino a 2.000 euro”. In ogni caso, dopo l’elettrificazione della gamma, “nell’offerta Dacia resteranno le opzioni con motori termici - ha precisato - perché saranno destinate ai mercati extra Europa, come il Sudamerica, su cui contiamo di espanderci”. Un cenno infine sulle prospettive per l’Italia che secondo Le Vot “è il ritratto dell’Europa dell’auto”. L’ampliamento della gamma farà crescere il successo di Dacia “facendoci mantenere le quote al sud, ma le segmento C ci permetteranno certamente di migliorare al nord”.
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