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24 Ore di Le Mans, ecco come si vive da dentro

Tutte le sensazioni di una kermesse unica al mondo

Redazione Ansa

La 24 Ore di Le Mans 2023 è appena passata alla storia come una delle gare più avvincenti di tutti i tempi, ma come è viverla da dentro, tra il pubblico, con i piloti? Vi raccontiamo questo viaggio fatto di emozioni, imprevisti, e, soprattutto, tanta passione.
    Con oltre 300mila spettatori, la 24 Ore di Le Mans richiama appassionati da ogni parte del mondo, si inizia il giovedì con un'affluenza che è quasi sold out, per arrivare all'apoteosi della domenica. C'è un'atmosfera a 100 ottani già nelle vie della cittadina che contornano la pista, locali allestiti con bandiere a scacchi, persone vestire con dress code automobilistici, e poi una moltitudine di auto sportive di ogni marchio: si va dalla Talbot Lotus alle Ferrari di ultima generazione, tutte tirate a lucido per l'occasione. Assieme alla folla festante siamo entrati nell'impianto tirato a lucido per le grandi occasioni, guidati da un servizio d'ordine inflessibile.
    Le bandiere di ogni brand in corsa il venerdì hanno sventolato in pista, con la marea di appassionati che si è riversata tra i cordoli per percorrere a piedi o in bicicletta, ma anche in monopattino, le sacre curve de la Sarthe. Stare in quel caos felice è condivisione, euforia, e passione allo stesso tempo. Intanto i team attorniati da un pubblico che quasi poteva toccare le auto, lavoravano agli ultimi dettagli.
    Poi il sabato, la folla 'transuma': dal villaggio colorato da locali unici, sempre con l'auto come tema, al punto che non è improbabile trovare una Porsche 911 tra i tavoli di un bar, si trasferisce sulle tribune, mentre sfrecciano ogni genere di velivoli militari sormontati dall'imperturbabile dirigibile GoodYear.



    Gli attimi prima dello start sono un susseguirsi di parate, schieramenti in griglia, fino a che non viene suonata "la Marsigliese" e LeBrown James dà il via alla gara. Succede di tutto: la pioggia causa incidenti, le posizioni di vertice cambiano in continuazione, ma la Ferrari è sempre lì davanti: dopo 50 anni di assenza in top class per riscrivere la storia.
    La notte del sabato è ricca di colpi di scena, ma solo respirando quell'aria di gomme consumate e benzina bruciata si capisce lo sforzo dei piloti e la sofferenza delle auto: è una maratona anche per il pubblico, che diventa parte integrante dell'evento.
    Dopo quasi 24 ore, accade quello che non ti aspetti: la Ferrari numero 51 - in testa - rientra ai box, ma sembra non voler più ripartire. Attimi di panico, silenzio generale, e poi un grande applauso liberatorio, mentre il Cavallino Rampante riprende a scalpitare e si avvia alla conclusione di una corsa in cui ha battuto Toyota, il gigante giapponese, che si è difeso con onore fino all'ultimo giro, ma anche Porsche, Peugeot, e Cadillac.
    L'edizione del centenario è stata storica, e vivere insieme ai piloti del team Ferrari l'estasi di Le Mans è stato irripetibile. Cento anni di 24 Ore Le Mans, una vittoria leggendaria, sono un copione già scritto di un film holliwoodiano, e rappresentano qualcosa di raro: come il passaggio di una cometa.
    Con le luci della notte nella testa e con gli occhi lucidi di Antonio Giovinazzi nel cuore, salutiamo un evento storico, un'impresa sportiva, un'avventura motoristica che il pubblico porterà a casa per trasferirne il racconto di generazione in generazione, ed alimentare quella stessa passione che l'anno prossimo riporterà la marea di appassionati a Le Mans, facendo diventare un tranquillo paesino della Loira di nuovo il centro del mondo! 

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