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Riciclaggio batterie, punto debole filiera auto elettriche

Progettazione celle deve permetterne lo smontaggio a fine vita

Riciclaggio batterie, punto debole filiera auto elettriche

Redazione Ansa

 Se si esaminano in dettaglio i procedimenti di riciclaggio delle batterie delle auto elettriche ci si può rendere conto che molte fasi sono critiche. E sopratutto che se alcune componenti non vengono disassemblate completamente per essere correttamente riutilizzate - e al contrario alcune parti finiscono in discarica - il reale valore ecologico dei veicoli elettrici finisce per essere compromesso anche gravemente. Lo afferma uno studio pubblicato negli Stati Uniti da Autoline Daily che ha sentito il parere di numerosi esperti in questo ambito.
    Il primo punto critico, si legge, è la mancanza di attenzione all'inevitabile smontaggio finale delle batterie. Poche case automobilistiche le stanno progettando in funzione della rimozione e dello smontaggio delle celle quando il veicolo elettrico sarà pronto per essere riciclato.
    Tesla, ricorda Autoline Daily, utilizza la tecnologia cell-to-pack per confezionare le sue batterie, il che è ottimo per ottenere una soluzione più leggera, più compatta e a basso costo. Così come la tecnologia cell-to-body - che elimina le parti strutturali e fa spazio a più cellule - che è stata scelta da Byd.
    Ma quando arriverà il momento di riciclare l'auto e le sue batterie, ci vogliono seghe, piedi di porco e scalpelli per estrarre quelle celle. Peggio ancora, la maggior parte dei pacchi batteria sono incollati in posizione, quindi i pacchi vengono riempiti con schiuma per aumentare l'isolamento e ritardare il fuoco.
    Anche se l'industria è in grado di tagliare il pacco batterie fuori dall'auto, l'operazione è comunque dispendiosa in termini di tempo e di costi, anche se la procedura sarà automatizzata.
    Inoltre le due tecnologie cell-to-pack e cell-to-body non permettono di sostituire una cella che si è guastata, con la conseguenza che i modelli che propongono queste soluzioni costruttive potrebbero trovarsi in grande svantaggio nel mercato delle auto usate.
    Le Case automobilistiche che impacchettano le loro batterie in moduli che possono essere svitati e rimossi dall'auto - come nel caso della tecnologia Ultium di General Motors - potranno effettivamente dare un vantaggio a medio e lungo termine così come accade se il Bevi è stato progettato per lo swap (lo scambio) delle batterie come fa Nio. ha aperto la strada.
    Il riciclaggio delle batterie - ribadisce ricorda Autoline Daily - sarà una parte fondamentale per rendere i veicoli elettrici fattibili e sostenibili. Aspetto che è particolarmente importante per le celle al nichel manganese cobalto (NMC).
    Questi materiali sono molto preziosi, non solo per il valore dei prodotti chimici ma anche perché recuperandoli - anziché ottenerli da estrazione - riduce l'impronta di carbonio del 40%.
    Altri prodotti chimici per batterie, come ferro-fosfato, litio-sodio e litio-zolfo, potrebbero non avere molto valore di riciclaggio in quanto sono materiali economici e abbondanti e che permettono di ridurre drasticamente i costi di produzione delle batterie.
    Le opportunità nel riciclaggio delle batterie richiamano - si legge su Autoline Daily - quanto accade nei cosiddetti 'mini-mill' cioè piccole acciaierie che utilizzano i rottami metallici come fonte primaria di materie prime e possono così produrre acciaio a un prezzo inferiore.  

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