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Industria automotive crede meno nella transizione elettrica

Indagine Kpmg, in Europa fiducia dei dirigenti scesa da 31 a 24%

Industria automotive crede meno nella transizione elettrica

Redazione Ansa

I dirigenti delle Case automobilistiche e dei fornitori che operano a livello globale sono meno certi del successo della transizione verso i veicoli elettrici, mentre gli investimenti relativi ai modelli ibridi sono in forte crescita.
Questo cambiamento nell'atteggiamento di chi opera ai massimi livelli nell'automotive è stato fotografato e commentato nella 24ma edizione del sondaggio Kpmg, la rete mondiale di società indipendenti specializzate nella consulenza manageriale attiva in 147 Paesi. Il rapporto si basa sull'analisi di interviste fatte a oltre mille dirigenti in tutti i Continenti.
Dall'indagine emerge che la fiducia 'totale' dei dirigenti dell'Europa occidentale nei confronti del passaggio ai modelli completamente elettrici è scesa - rispetto al sondaggio precedente - dal 31% al 24%. Quella dei manager negli Stati Uniti dal 48% al 43% e quella dei giapponesi dal 32% al 10%. In Cina invece questo dato è salito dal 28% al 36%.
Secondo Kpmg, la fiducia nella transizione dell'industria automobilistica verso i veicoli elettrici, con l'eccezione della Cina, sta dunque diminuendo tra i dirigenti del settore. E crescono i dubbi che il settore possa raggiungere una crescita più redditizia nei prossimi cinque anni poiché le preoccupazioni sui costi e sull'accesso a materiali critici si intensificano.
Solo un anno fa, i manager erano entusiasti delle prospettive di trasformazione del settore con nuovi tipi di automobili - osserva Kpmg - Ora rimangono ottimisti, ma sono più sobri riguardo a quanto sarà difficile gestire la transizione e preservare o aumentare i profitti. Per contro le tecnologie ibride sono balzate dal quarto al secondo posto assoluto negli investimenti tecnologici.
Nonostante le riduzioni dei prezzi nel 2023, più di due terzi dei costruttori intervistati prevedono aumenti del 5%-10% nel 2024. Tuttavia, dati i recenti cali dei listini e l'elevato numero di nuovi modelli - afferma il rapporto - questi aumenti potrebbero essere più difficili da ottenere del previsto".
A livello delle industrie di forniture nell'automotive l'indagine Kpmg rileva che la fiducia nei veicoli elettrici è scesa dal 56% al 23%. Secondo il rapporto i motivi di preoccupazione sono chiari: le aziende hanno fatto enormi scommesse sulla propulsione elettrica e contemporaneamente sono sempre più preoccupate per i venti contrari a breve termine che potrebbero ritardare i risultati.
"Due anni fa quando abbiamo chiesto quale sarebbe stata la percentuale delle vendite di auto elettriche nel 2030 - ha sottolineato Gary Silberg global head of automotive di Kpmg International - abbiamo risposte su una forchetta molto ampia, da un minimo del 20% a un massimo dell'80%".
"Quest'anno, l'ampiezza delle stime si è ridotta notevolmente, indicando che i dirigenti hanno sviluppato una visione più matura e realistica della rapidità con cui avverrà la penetrazione dei modelli elettrici. Le vendite di veicoli elettrici stanno crescendo rapidamente, ma all'interno di mercati totali che sono in fase di stabilizzazione".
"Secondo il nostro sondaggio si prevede che la Cina avrà la più alta penetrazione di veicoli elettrici nel 2030, pari al 36% delle vendite di auto nuove. Gli intervistati prevedono che la penetrazione negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa occidentale raggiungerà il 30-33%".
Secondo Silberg, dunque, le stime sulla penetrazione dei veicoli elettrici da parte dei dirigenti sentiti nel nostro sondaggio "sono molto inferiori a quelle dei sostenitori dell'energia pulita".  

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