La transizione verso l'elettromobilità e lo scenario sempre più competitivo che si presenta alll'orizzonte dei grandi player dell'automotive starebbe per impattare pesantemente sulle attività in Germania di ZF Friedrichshafen il terzo più grande fornitore di componentistica al mondo. Secondo quanto ha riferito ai media Achim Dietrich capo del comitato aziendale, l'azienda dell'omonima città del Baden-Württemberg sarebbe per chiudere due stabilimenti in Germania e tagliare fino a 12mila posti di lavoro, per la necessità di adeguarsi alla nuova situazione del settore e, al tempo stesso per trasferire ricerca e sviluppo e attività produttive in Paesi di che hanno costi più bassi come quelli dell'Europa dell'Est, dell'India e della Cina.
Una parziale conferma è venuta da ZF, nelle parole della responsabile delle risorse umane Lea Corzilius. "Vogliamo mantenere i posti di lavoro - ha detto - ma sappiamo che la sola trasformazione verso la mobilità elettrica costerà posti di lavoro" sottolineando che l'azienda tedesca fa affidamento sui pensionamenti, sulla riduzione degli occupati temporanei e sulle normali fluttuazioni naturali per ottenere i tagli necessari.
Fondata nel 1915, ZF Friedrichshafen è specializzata nello sviluppo e nella produzione di cambi, differenziali e soluzioni di trasmissione sostanzialmente destinate ai motori a combustione interna.
Tuttavia, il colosso tedesco della componentistica si trova ora a dover modificare le proprie attività per concentrarsi maggiormente sui sistemi di guida elettrica, sulle funzioni di guida automatizzata e sui software automobilistici, mettendo in secondo piano il centenario know-how nelle tecnologie meccaniche.
ZF, chiusura 2 fabbriche in Germania e 12mila licenziamenti
Effetto della rivoluzione automotive e esigenza di delocalizzare