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Renault verso nuove strategie, sì a Cina 'ma con regole chiare'

Cambolive: Guardiamo al futuro, bene segmento B. Europa non tema

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 GIU - La rivoluzione del mondo dell'auto è ormai nei fatti, e fin da principio Renault ha accettato la sfida annunciando la Renaulution. A tre anni di distanza - che in questo periodo storico ne valgono trenta - abbiamo fatto il punto con Fabrice Cambolive, ceo della marca Renault. L'Italia è un mercato importante, ha detto, perché siamo particolarmente forti nel segmento B - con Clio e Captur - e perché è una fucina per lo sviluppo dei segmenti superiori. Non solo: anche il valore residuo cresce, a testimonianza del lavoro svolto. Per Cambolive i risultati di Renault, non soltanto nel nostro Paese, sono da attribuirsi alla strategia della 'doppia gamba': una nell'elettrico puro, l'altra nei motori ibridi, unite dal comune obiettivo di offrire prodotti sempre più competitivi nel prezzo, efficienti ed emozionanti. Una strategia vincente, dunque, ma che subirà mutamenti profondi. È già ora di guardare al futuro, e Cambolive - pur non svelando nulla delle strategie future - dice con chiarezza che cambiamenti ci saranno per affrontare la 'sfida 2030' che prevede, di fatto, il bando dei motori termici.
    Intanto, però, arriveranno nuovi motori ibridi. L'E-tech che spinge gli ibridi di casa Renault sarà aggiornato, su Rafale è in programma un 'ibrido 2.0', a metà fra il plug-in - grazie a una batteria da 22 kWh che consente una percorrenza fino a 80-100 km soltanto in elettrico - e un full hybrid, visto che 2 kWh saranno dedicati alla ricarica in continuo ad opera del motore termico.
    D'altra parte l'apertura all'elettrico della Casa della Losanga è di oltre 10 anni fa: la capostipite Zoe, al suo arrivo, sembrava un mezzo venuto dal futuro. Ora però è tempo di accompagnare la clientela verso la sostenibilità in tutti i modi possibili, non soltanto con l'elettrico. Per Clio e Captur, ad esempio, è disponibile anche la versione gpl. Il tutto, ovviamente, con l'obiettivo di ampliare la presenza e anche di aumentare la redditività. Tema, quest'ultimo, di primaria importanza visto che le auto soltanto a batteria hanno un prezzo d'accesso elevato. De Meo al riguardo è sempre stato chiaro: per consentire la diffusione dei veicoli elettrici à necessario renderli accessibili. La soglia psicologica è quella del 20-25mila euro, cifra attorno alla quale si piazzeranno R5 e R4: due madeleine in veste elettrica di modelli storici del marchio.
    Certo, non sfugge che i veicoli elettrici attualmente rappresentino circa il 13% delle vendite in Europa, ma - sottolinea Cambolive - è un settore che prima non c'era: siamo partiti da zero e siamo in una fase di consolidamento. La sfida è rendere appetibili anche le vetture dei segmenti superiori, C e D, e in questo senso il successo del segmento B può fare da testa di ponte verso l'acquisto di vetture più grandi e performanti. E anche i recenti studi che fissano al 30% la cifra di quanti sono scontenti di aver acquistato un modello elettrico, va visto dall'altro lato: il 70% acquisterebbe di nuovo un'auto a batteria. 'Ma la realizzazione di infrastrutture di ricarica, insieme al sostegno dei governi, è fondamentale per la diffusione di questo tipo di vetture'.
    Inevitabile parlare di Cina e dazi: se Renault chiede regole uguali per tutti, da un lato, dall'altro ha stretto una partnership strategica con il colosso cinese Geely e avviato il progetto comune Horse, insieme anche ad Aramco, per un'offerta mondiale di propulsori di nuova generazione. Apertura al dialogo e all'impresa, dunque, ma nessun commento sul futuro, neppure su un eventuale ingresso di Geely in Europa, almeno fino a che l'Ue non avrà fissato norme chiare. "Vogliamo costruire un ecosistema comune per rispondere meglio alla concorrenza - dice - scommettendo sulla competitività dell'Europa".
    Quel che Cambolive rivendica, però, è che "non abbiamo aspettato la Cina" per impegnarci sui nuovi propulsori: prima, infatti, si sono presentate le sfide di Usa, Giappone, Corea. La Cina, certo, è un pungolo ulteriore. Nessun timore che il Vecchio Contintente perda la palma di culla dell'auto nel mondo.
    "Siamo ancora un punto di riferimento - conclude il ceo di Renault - solo che ora dobbiamo prendere il meglio ovunque per inglobarlo nel nostro modo di concepire i nostri prodotti".
    (ANSA).
   

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