(ANSA) - MILANO, 23 NOV - "Lo abbiamo detto cinquantamila
volte, anche al governo Meloni: noi non lasciamo l'Italia, anzi
ci investiremo risorse e professionalità. Ma non chiedetemi oggi
quanto venderò: io produco ciò che vendo".
"Noi abbiamo sempre detto due cose. La prima: produciamo
quello che vendiamo, ovunque. Perché quando hai ordini produci e
quando non li hai no. La seconda: Stellantis sta preparando la
nuova generazione di tanti modelli e quindi siamo in un momento
di transizione, che dobbiamo gestire. Ad esempio a Trnava con la
piattaforma Smart Car o a Mirafiori, dove arriverà l'ibrido. O
anche ad Atessa, dove arriverà il Ducato elettrico. Ma con tutti
i lanci previsti già per inizio 2025 il rimbalzo arriverà",
afferma il manager.
Interpellato sul futuro di Mirafiori Imparato replica che "Si
possono fare tanti commenti, ma secondo me Mirafiori è
probabilmente lo stabilimento che avrà la possibilità di
giocarsi la transizione elettrica nelle condizioni migliori".
Poi fa un annuncio. "Non è ancora ufficiale, ma a partire dal 1°
gennaio la regione Europa di Stellantis sarà gestita da Torino:
significa che il personale dell'Enlarged Europe a livello
comunicazione, marketing, HR e pianificazione della produzione
presente in Italia lavorerà con me a Mirafiori. 'Sì ma non è
produzione di auto', direte voi, e va bene. Ma in termini di
localizzazione del business e di corporate governance a livello
europeo di Stellantis Torino è e sarà sempre più centrale:
quindi nessuno può dire che chiudiamo".
"Complessivamente la copertura a livello industriale
dell'Italia è probabilmente la più ampia d'Europa. L'Italia è
l'unico Paese ad avere due delle nuove piattaforme Stla, ha la
Panda a Pomigliano ancora per tanti anni e avrà l'ibrido sulla
500. Vorrei rassicurare chi è preoccupato, perché la protezione
dell'Italia a livello industriale è totale. Però vale sempre lo
stesso principio: si produce quello che si vende e, se non c'è
mercato, bisogna adeguarsi, altrimenti la conseguenza è trovarsi
piazzali pieni e migliaia di macchine sulle spalle e dobbiamo
evitare di entrare in tali condizioni nel 2025", avverte.
A una domanda sulle nuove possibili multe Ue sulle emissioni
dal 2025 il manager replica che "chi le ha decise non ha
valutato bene le conseguenze, ma sono state stabilite nel 2018,
non ieri. Quindi non ci si può accorgere ora, a quattro
settimane dall'inizio del 2025, di non essere pronti. Chi vuole
fermare o cambiare le regole adesso è chi è in difficoltà. Noi
nel 2018 avevamo detto 'attenti, rischia di essere una
macelleria', ma non ci hanno ascoltato. Nel frattempo però
abbiamo investito. Abbiamo validato tanti miliardi di lanci di
macchine elettriche e anche Phev e ibride. E mentre ci sono
colossi dell'auto da 650 mila dipendenti, Stellantis è a 240
mila. Quindi ci siamo resi pronti". (ANSA).
Imparato, 'il rimbalzo di Stellantis arriverà'
Il top manager a Milano Finanza, 'si produce ciò che si vende'