(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Volkswagen vende le sue attività
nella regione cinese dello Xinjiang, dove Pechino è stata
accusata di diffuse violazioni dei diritti umani, compreso il
lavoro forzato. Il gruppo tedesco venderà alla società cinese
Shanghai Motor Vehicle Inspection Center (Smvic) la sua fabbrica
nella capitale della regione, Urumqi, oltre ad una pista di
prova a Turpan, a una società cinese.
Vw ha perso terreno in Cina, il suo mercato più importante,
con vendite nel paese nel 2023 in crescita modesta ma a un ritmo
più lento rispetto all'anno precedente. È rimasta indietro
rispetto ai concorrenti nazionali in Cina, perdendo il titolo di
marchio automobilistico più venduto a favore di Byd.
Gli attivisti per i diritti umani hanno accusato per anni
Pechino di una repressione contro gli uiguri e altre minoranze
musulmane nello Xinjiang, anche attraverso il lavoro forzato e i
campi di detenzione. La regione nord-occidentale ospita diverse
fabbriche che forniscono aziende multinazionali, tra cui grandi
marchi occidentali. La VW è da tempo sotto esame per la sua
fabbrica nella città di Urumqi, aperta nel 2013 e in cui ha una
quota tramite il suo partner Saic. Quest'anno, il quotidiano
finanziario tedesco Handelsblatt ha riferito che il lavoro
forzato potrebbe essere stato utilizzato per costruire la pista
di prova della VW a Turpan nel 2019. La VW ha affermato di non
aver visto prove di violazioni dei diritti umani in relazione al
progetto, ma ha assicurato che avrebbe indagato su qualsiasi
nuova informazione che venisse alla luce. (ANSA).
Volkswagen perde terreno in Cina, vende stabilimento a Smvic
Cedute attività nella contestata regione dello Xinjiang