C'e' una seconda inchiesta della Sec - l'analogo della Consob italiana - sulla Testa. Prima dell'indagine sul controverso tweet del patron Elon Musk sul piano di delisting dell'azienda, l'autorita' di vigilanza della Borsa Usa aveva avviato un'inchiesta per accertare se la societa' ha fuorviato gli investitori sui problemi di produzione della sua auto elettrica Model 3. Nel secondo semestre 2017 ne sono state realizzate solo 2700, contro le 200 mila previste.
Sec, inoltre, sta indagando sulla possibilità che Tesla spii i propri dipendenti. La denuncia è stata fatta alla Securities and Exchange Commission (Sec) da Karl Hansen, un ex membro della squadra responsabile delle indagini interne alla società licenziato ieri. La Sec per il momento non ha rilasciato commenti e la Tesla ha reso noto che indagherà sulle accuse, aggiungendo comunque che alcune di esse sono "completamente false" e che altre non possono essere "corroborate". La società produttrice di auto elettriche fondata da Elon Musk, secondo Hansen, ha utilizzato sofisticati apparecchi di sorveglianza per tenere sotto controllo i cellulari dei dipendenti nell'impianto Gigafactory alle porte di Reno, nel Nevada.
Hansen sostiene inoltre che la Tesla non ha comunicato ai propri azionisti il furto di rame ed altre materie prime per un totale di 37 milioni di dollari avvenuto nel primo semestre di quest'anno. Infine, Hansen sostiene che la società non ha informato gli investitori di una comunicazione della Drug Enforcement Administration (Dea) - l'agenzia federale antidroga statunitense - secondo cui un dipendente della casa automobilistica starebbe vendendo cocaina e metanfetamine per conto di un cartello della droga messicano ai suoi colleghi nell'impianto di Reno. Le accuse sono state rese note dall'avvocato di Hansen, Stuart Meissner.
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