È partito il countdown all'ora X dell'inverno per gli automobilisti: dal 15 novembre, e per i successivi cinque mesi, tutte le auto dovranno avere pneumatici invernali (o almeno le catene a bordo) per poter circolare evitando sanzioni e multe (si parte da 41 euro nei centri abitati, 84 al di fuori, fino a oltre 300 euro in autostrada e addio a tre punti della patente).
Il cambio delle gomme nella stagione invernale è legato non soltanto alla neve ma anche alle temperature e alle condizioni di strada e asfalto: "Nel periodo tra novembre e aprile la temperatura scende sotto i 7 gradi centrigradi, al di sotto dei quali le caratteristiche studiate per le gomme invernali funzionano al meglio", ha spiegato il Product Manager Winter di Pirelli, Marco Pozzoli. Temperature così gelide, infatti, abbassano la tenuta e l'aderenza delle gomme 'estive' in strada; a questo "si aggiungono neve, ghiaccio, l'asfalto umido e bagnato. I pneumatici invernali sono sviluppati e testati proprio in modo tale da aumentare l'aderenza alla strada in queste particolari condizioni e assicurano le migliori prestazioni. Ecco perché consigliamo agli automobilisti di utilizzare questo tipo di gomme", ha aggiunto Pozzoli chiarendo che "non è solo una questione di sanzioni, ma soprattutto di sicurezza alla guida, sia per se stessi che per gli altri".
Ma quali sono le differenze tra un battistrada invernale e uno estivo? "Innanzitutto cambiano le cosiddette 'mescole' (diverse miscele di vari tipi di gomma, ndr) del battistrada - ha spiegato Pozzoli -: volendo semplificare, è come se utilizzassimo un cappotto più o meno leggero a seconda della stagione. La stessa cosa avviene per gli pneumatici". Inoltre, si aggiungono alla gomma "le lamelle e gli incavi longitudinali, che servono proprio per aumentare la tenuta e favorire l'espulsione dell'acqua dall'impronta del battistrada", evitando fenomeni di scivolamento e acqua planing. Un buon compromesso tra gomme estive e invernali è il cosiddetto pneumatico "all season": si usa tutto l'anno, appunto, e gli esperti Pirelli lo consigliano a chi utilizza "l'auto principalmente in città, per viaggi brevi e in situazioni meteorologiche non estreme come in montagna".
Nel centro di ricerca R&D di Pirelli, a nord di Milano, si studiano e testano prototipi per oltre due anni prima di avviare il ciclo di produzione. Nulla è lasciato al caso: test di velocità e di 'usura' in laboratorio - con le gomme spinte a 400 Km/h per 17mila chilometri - prima dei collaudi in pista, e verifiche sull'inquinamento acustico nella camera semianecoica sono solo alcuni degli studi effettuati sui prototipi.
C'è spazio anche per la manualità e l'artigianato, in questo mondo così automatizzato e meccanico: "E' difficile da credere, ma i primi pneumatici vengono scolpiti a mano", ha spiegato il Product Manager. "La gomma viene 'tatuata' con una macchina laser e successivamente il disegno viene zangrinato a mano dai nostri 'artisti'. Li chiamiamo così - ha concluso Pozzoli -. In questo modo valutiamo e intagliamo diversi modelli battistrada, prima di entrare in produzione, per garantire il massimo di performance e di sicurezza ai clienti".
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