L'autostrada per il futuro della mobilità è l'elettrico, ma è necessario sedare gli animi ed evitare tifoserie e polarizzazioni. E il 2035 non deve essere un dogma, anche perché in Ue hanno un peso rilevante gli equilibri politici, soprattutto con le elezioni europee così vicine. Questo, in sintesi, il parere del ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che nel suo intervento al #FORUMautomotive in corso a Milano ha fatto il punto sullo stato dell'arte del bando al motore termico inizialmente fissato dall'Europa al 2035. Ora non è più così certo che quella sia la data ultima, ma il tema è sul tavolo ed il ministro fissa i paletti della propria azione.
"Il nostro obiettivo è la decarbonizzazione - ha sottolineato - ma decidere adesso quale sia l'unica maniera per perseguirla è limitante. Un'alternativa è l'utilizzo di biocarburanti, e-fuel e anche dell'idrogeno". Oppure il nucleare di ultima generazione, gli "small reactor di cui fino a pochi anni fa non si parlava ed ora sono il futuro di quel settore". Scendendo nel concreto, Pichetto ha ricordato che tra un anno ci saranno le elezioni europee e che questo, certo, polarizza il dibattito perché "se da un lato ogni Paese cerca di portare avanti le proprie istanze, dall'altro ci sono equilibri politici che via via stanno cambiando proprio in vista di quella data". I rappresentanti della filiera automotive hanno poi interrogato il ministro sui risvolti pratici della transizione, sollevando temi come il costo ancora elevato dei veicoli elettrici, delle strategie per produrre la quantità di energia necessaria per alimentare tutti i veicoli a batteria, il 'pericolo cinese' di introduzione sul mercato di auto importate a discapito di quelle prodotte in Europa e, non ultima, la ricaduta sociale della conversione tecnologica.
"Abbiamo un sistema produttivo con diverse centinaia di migliaia di lavoratori complessivi - ha ricordato Pichetto - che deve essere accompagnato, e un sistema distributivo che dovrà essere totalmente reimpostato. Stupisce fra l'altro - ha detto ancora - la retromarcia espressa da Frans Timmermans rispetto al futuro solo elettrico". Quanto agli eco-incentivi, secondo il ministro devono essere resi più efficaci. Dal punto di vista ambientale, con l'obiettivo della decarbonizzazione "bisogna togliere dalle strade i veicoli euro 0-1-2". E propone una modifica della fiscalità dell'auto aziendale "attraverso un allineamento a quello che avviene in Europa sul fronte della detraibilità dell'IVA delle flotte che possono dare un contributo significativo alla decarbonizzazione". "Entro il 2030 - ha concluso Pichetto - puntiamo a una produzione da rinnovabili pari a due terzi del nostro fabbisogno".
Secondo Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto, “stiamo procedendo verso la decarbonizzazione della mobilità, partendo da un parco auto in costante invecchiamento e con un segmento B, notoriamente il più richiesto in Italia nel quale le Case automobilistiche hanno un’offerta limitata, in quanto più interessate ai segmenti D ed E. Bisogna spingere le aziende ad immettere vetture usate di recente produzione nel parco circolante, attraverso leve fiscali per il rinnovo del nuovo. È evidente che abbiamo bisogno di un aiuto al cambiamento, perché l’incertezza non aiuta e se siamo confusi noi della filiera, va sicuramente peggio a chi ha intenzione di cambiare l’auto. L’auto elettrica dovrà dimostrare di essere l’unica soluzione tecnologica, anche per un problema di costo inaccessibile per la maggioranza dei cittadini. Quindi vediamo bene la competizione di mercato, sempre orientata alla riduzione delle emissioni, ma che metta in campo l’evoluzione di tecnologie alternative (e-fuel ,metano, GPL, idrogeno eccetera) adatte al mercato”.
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