Rubriche

La Cina alza il tiro sui dazi e minaccia le auto europee

Nel mirino Porsche e Mercedes. Berlino: 'L'Ue eviti una spirale'

Redazione Ansa

 Le auto europee di grossa cilindrata potrebbero essere il prossimo obiettivo di Pechino, la vera rappresaglia alla stretta di Bruxelles sulle e-car Made in China. Dopo l'indagine antisovvenzioni avviata mercoledì sul lattiero-caseario europeo, il dipartimento finanziario del ministero del Commercio cinese ha riferito in una breve nota di aver discusso l'aumento dei dazi sui veicoli passeggeri: la cilindrata nel mirino è quella con motori oltre i 2,5 litri che fanno di Mercedes Benz e Porsche i bersagli naturali.
Il ministero, nel dettaglio, ha convocato la riunione "per ascoltare opinioni e suggerimenti da parte di esperti del settore e del mondo accademico sull' aumento delle tariffe alle importazioni di auto a benzina con motori di grande cilindrata".
All'incontro hanno partecipato "i rappresentanti di organizzazioni industriali, istituti di ricerca e aziende automobilistiche competenti". A stretto giro dall'annuncio, il governo tedesco ha detto di ritenere "centrale" che Bruxelles e Pechino trovino una soluzione per evitare i dazi sull' industria dell'auto e il rischio di una spirale. "La procedura è in corso a Bruxelles e la competenza è della Commissione europea, che tiene i colloqui con la parte cinese - ha risposto una portavoce del ministro Robert Habeck - Resta centrale che la Commissione e il governo cinese lavorino in modo costruttivo a una soluzione della trattativa, in modo che si possano evitare i dazi e il rischio di una spirale". Dello stesso tenore il commento della VDA, la potente associazione dell'industria dell'auto tedesca, secondo cui è necessario promuovere il "dialogo per forme e soluzioni di partenariato".
Il solerte richiamo di Berlino è presto spiegato: l'export di veicoli passeggeri con motori superiori a 2,5 litri dall'Europa alla Cina, all'esame del ministero del Commercio su richiesta dei produttori nazionali, ha totalizzato 196.000 unità nel 2023, in aumento dell'11% su base annua, secondo i dati della China Passenger Car Association. Nei primi quattro mesi del 2024, invece, le esportazioni dall'Europa alla Cina sono state di 44.000 unità, in calo del 12% sull'analogo periodo del 2023. Le spedizioni di auto dell'Ue verso la Cina hanno toccato un controvalore di 19,4 miliardi di euro (20,8 miliardi di dollari) nel 2023, mentre il blocco ha comprato 9,7 miliardi di euro di e-car made in China, secondo Eurostat.
La Cina rappresenta circa il 30% delle vendite delle case automobilistiche tedesche e la Germania è di gran lunga il più grande esportatore di veicoli con motori da 2,5 litri o superiori, pari a un controvalore di 1,2 miliardi di dollari nei primi mesi dell'anno, secondo le Dogane cinesi. Il suv di grandi dimensioni GLE Class di Mercedes Benz, le berline S Class e la Cayenne della Porsche sono le tre auto importate dall'Europa più popolari nel Dragone: insieme pesano per un combinato superiore a un quinto delle 155.841 auto importate di marchi europei nei primi cinque mesi, in base ai dati di China Merchants Bank International.
La Slovacchia è il quarto fornitore di auto con motori di grandi dimensioni in Cina e il secondo nell'Ue. Quest'anno ha esportato suv per 803 milioni di dollari. Anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Giappone esportano un gran numero di auto con motori superiori di grossa cilindrata e presumibilmente, se si dovesse consolidare il contenzioso Pechino-Bruxelles, potrebbero trarre i maggiori benefici dall'aumento dei dazi che i produttori cinesi, in risposta alla stretta in arrivo sulle e-car, avevano suggerito a giugno di rialzare al 25% dal 15% attuale, anche brandendo la mannaia della svolta green. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it