Clima gelido e auto elettriche non sono mai amici, soprattutto se si verificano condizioni (come l'indisponibilità di un punto di ricarica a casa, quando la vettura rimane ferma per tutta la notte) e se la complessità dei sistemi - come nel caso delle Tesla e dei loro Supercharger - aggrava la criticità delle perdite di efficienza delle batterie con le basse temperature.
Quanto accaduto nei giorni scorsi nell'area di Chicago, negli Stati Uniti, per un'ondata di freddo polare che ha messo fuori uso diverse stazioni di Supercharger, ha letteralmente scatenato le reazioni degli utenti, dei media locali e degli esperti senza peraltro che Tesla abbia fornito spiegazioni ufficiali sull'episodio.
La stessa stazione televisiva Fox 32 Chicago ha sottolineato in un suo report che "Le stazioni di ricarica pubbliche si sono trasformate in cimiteri di automobili" e i veicoli elettrici completamente scarichi sono stati definiti "robot morti".
L'aspetto forse più inaspettato è che - come riporta il forum Tesla Owners Club - le tre stazioni di Oak Brook, Rosemont e Country Club Hills sul totale di 13 Supercharger della zona erano fuori servzio quasi certamente a causa del clima gelido.
In assenza di informazioni da parte di Tesla è logico supporre che si sia trattato delle note conseguenze che il freddo estremo può avere su cavi di ricarica, connettori e altri componenti critici di un Supercharger.
E l'accumulo di ghiaccio, l'irrigidimento dei materiali e la maggiore resistenza dei collegamenti elettrici possono contribuire ad aggravare questi problemi.
Su un punto però molti addetti a lavori hanno pareri simili: molte delle Tesla rimaste completamente scariche nella zona (tanto da dover essere trasportate via con camion a pianale) potrebbero aver quasi esaurito la loro scorta di energia durante la sosta al vicino aeroporto O'Hare, Secondo i dati ufficiali di Tesla, una vettura parcheggiata consuma circa l'1% al giorno dell'energia immagazzinata nella batteria. Ma se l'utente inserisce la modalità Sentinel (che mantiene accese le telecamere e i sensori pronti a registrare eventuali attività sospette intorno al veicolo) la perdita di capacità può arrivare al 15% ogni 24 ore.
Con il clima molto rigido - è la stessa Tesla a spiegarlo nel manuale d'uso - è fondamentale pre-condizionare la batteria prima di collegarla al Supercharger. Ma il pre-condizionamento stesso richiede energia, quindi avviarlo quando si parte con un livello di carica basso può ostacolare questo processo.
In questa fase di preparazione alla carica l'auto può consumare tra 7,5 e 12 kWh e tali cifre possono variare se sono impostati lo sbrinamento e il riscaldamento della cabina.
Ma le Tesla - e qui il gatto si morde la coda - in genere non avviano o interrompono il pre-condizionamento quando lo stato di carica (SoC) è basso, per evitare di non poter raggiungere una colonnina rapida.
Come ha dichiarato un proprietario Tesla su Reddit, anche dopo aver pre-condizionato la batteria per 20 minuti, con ulteriori 10 minuti di pre-condizionamento per la ricarica rapida, il Supercharger nella zona di Chicago non ha inizialmente aggiunto nuove miglia di autonomia.
Questo perché, spiega Out Of Spec Reviews, se la batteria da ricaricare non si trova a temperature ottimali i Supercharger - che sono progettati per fornire 150-250 kW - ne erogano in realtà solo da 20 a 50.
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