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Ricetta per la transizione di Pmi Emilia, Lombardia e Veneto

Come non penalizzare settore automotive strategico per il Paese

Redazione Ansa

 Le oltre 55 mila piccole e medie imprese dell'Emilia, della Lombardia e del Veneto che operano nella filiera automotive e in quella della logistica godono di un buono stato di salute, tanto da avere generato secondo gli ultimi dati Istat disponibili un fatturato vicino agli 82 miliardi di euro. Ma la transizione in atto, incentrata com'è solo sull'elettrico, rischia di danneggia competitività e occupazione nel settore automotive. Lo afferma uno studio della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa e lo ha sottolineato Giovanni Bozzini, presidente di Cna Lombardia, che è intervenuto sul tema assieme a Moreno De Col, presidente di Cna Veneto, e Paolo Cavini, presidente Cna Emilia Romagna.
    "Bisogna infatti interrogarsi sempre sul rapporto costi-benefici - ha detto Bozzini - Serve dunque una visione pragmatica, incardinata al principio della neutralità tecnologica, per dare spazio ad una pluralità di strumenti e di soluzioni, tutte coerenti con gli obiettivi dell'Unione europea.
    La filiera dell'automotive deve finalmente essere considerata nella sua globalità, comprendendo produzione, componentistica, autoriparazione. Il peso specifico del settore sul Pil regionale è davvero importante, essendo pari al 4,3% del totale che all'ultimo dato disponibile risulta di 40,7 miliardi di euro suddivisi in produzione (8%), componentistica (9%), commercio (62%), riparazione (10%) e ricambisti (11%)".
    Lo studio della Cna mostra anche che la filiera dell'automotive ha un impatto notevole anche sull'export della Lombardia, tanto da pesare per il 3,6% (6 miliardi di euro nel 2023) sul totale e si suddivide per il 34% in produzione e per il 66% in componentistica.
    "In sintesi proponiamo una transizione decisa, graduale - afferma il segretario Cna Lombardia Binda - che sia accompagnata da incentivi e formazione del personale. Nessuno chiede di arretrare sugli obiettivi e i mezzi con cui perseguirli devono essere molteplici e realistici".
    Bozzini, De Col e Cavini hanno ribadito che "il ruolo delle piccole imprese nelle filiere dell'automotive e della logistica è strutturale e centrale, come lo è quello di queste filiere nella ricetta dell'economia nazionale. L'ambizione degli obiettivi condivisi a livello comunitario deve sposarsi con il realismo dei mezzi. Serve pragmatismo, ma serve anche un pluralismo tecnologico che non ci faccia dipendere solo da soluzioni unilaterali e necessariamente parziali, come nel caso dell'auto elettrica".
    I rappresenti delle piccole e medie imprese delle tre Regioni definite 'la locomotiva d'Italia' hanno sottolineato come sia necessario "stimolare la creatività e la libertà nell'escogitare e implementare soluzioni utili alla grande battaglia della tutela della sostenibilità. La digitalizzazione e l'intelligenza artificiale rappresenteranno due strumenti davvero importanti per governare il cambiamento restando competitivi".  
   

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