(ANSA) - ROMA, 08 MAR - Capelli corti ai lati e un po'
arruffati in alto; sguardo pulito e sorridente. A guardarlo
bene, quando si toglie il casco e scende dalla sua Ferrari ai
box sul circuito di Jeddah, Oliver Bearman appare anche più
giovane dei suoi 18 anni compiuti lo scorso 8 maggio.
I coetanei del giovane britannico sono al massimo dei
neo-patentati ai quali per legge è vietato l'uso di automobili
di grossa cilindrata. Invece il britannico si ritrova a guidare
una monoposto di Formula 1 da 1600 cavalli. I paradossi del
circus che però permettono a tutti di sognare.
All'esordio nelle libere Bearman ha fatto segnare il decimo
tempo in griglia. Niente male per un debuttante. Ma d'altronde,
ieri a Jeddah, aveva conquistato la pole position in Formula 2.
L'inglese però non potrà partecipare alla gara in quanto
impegnato con la Ferrari in Formula 1.
Nella "rossa" è arrivato nel 2021 grazie alla Ferrari
Accademy che selezioni i migliori talenti in giro per il mondo.
Nato a Chelmsford, come tanti piloti ha iniziato con i kart dove
ha fatto una lunga trafila fino al 2019. Nel 2020 ha partecipato
al campionato di Formula 4 in Germania, nel 2021 ha duplicato
l'impegno partecipando anche al campionato italiano: ha vinto
entrambi diventando il primo pilota a laurearsi campione in
entrambe nella stessa stagione.
Alla guida di una monoposto di Formula 1 è arrivato per la
primo volta nel 2023, partecipando a due sessioni di prove
libere con la Haas motorizzata Ferrari. All'inizio di quest'anno
è stato ufficializzato come terzo pilota della Ferrari.
Bearman, il cui nomignolo è Ollie, è il più giovane pilota
britannico ad aver esordire in F1. Ha usato il numero numero 38
che nella storia della Ferrari era stato utilizzato 12 volte: la
prima nel 1950 nel Gp di Monaco da Luigi Villoresi e l'ultima,
ancora a Monaco, nel 1962 da Lorenzo Bandini. (ANSA).
F1: La parabola di Bearman, 18 anni e guida una Ferrari
Appena maggiorenne, al volante di una Rossa da 1600 cavalli