Come spesso accadeva ai tempi della Guerra Fredda e della radicale contrapposizione fra occidente e Blocco sovietico, Mosca e Washington si sfidarono negli Anni '50 e '60 Anche nel territorio (completamente inesplorato) delle automobili a propulsione nucleare. Tutto era nato nel 1957, sulla scia della ingiustificata euforia che regnava in America - anche a livelli accademici e industriali - nei confronti della nascente industria dell'energia nucleare e delle sue applicazioni come soluzione sostitutiva per i carburanti tradizionali.
Il colosso Ford Motor Company aveva svelato il progetto più ambizioso della sua storia: la concept car Nucleon che aveva un aspetto decisamente futuristico e che offriva una incredibile autonomia (si parlava di quasi 10mila km) che andava ben oltre quello delle auto più efficienti di quel tempo. Come evidenziava il nome la Ford Nucleon viaggiava infatti grazie ad un piccolo reattore a fissione atomica sistemato nella parte posteriore, ben distanziato dall'abitacolo. Il principio enunciato da Ford prevedeva l'uso la fissione dell'uranio per riscaldare un generatore di vapore. Questo, ad alta pressione, avrebbe dovuto essere utilizzato per azionare due turbine. Una in grado di fornire la coppia per spingere l'auto mentre l seconda sarebbe stata dedicata ad alimentare un generatore elettrico.
Mentre Ford proseguiva gli studi di stile - della Nucleon vennero solo realizzati due modelli in scala - gli ingegneri si scontrarono con il rallentamento (anzi con il flop) delle applicazioni nucleari in mezzi di dimensioni limitate come le automobili. La maggior parte delle persone ignorava i pericoli del congegno atomico, così come il rischio che ogni piccolo incidente potesse potenzialmente trasformarsi in un disastro radioattivo. E soprattutto i tecnici - che eranno partiti dal presupposto che presto sarebbero stati sviluppati reattori nucleari più piccoli e materiali schermanti più leggeri - dovettero ammettere che l'apparato era troppo ingombrante e la schermatura in piombo troppo pesante per ottenere un pacchetto sicuro ed efficiente restando nelle dimensioni di un'auto.
Così il progetto - che alcune fonti sostenevano fosse stato finanziato dal Governo - fu accantonato e della Nucleon rimasero solo i disegni, i bozzetti e le belle immagini promozionali di William Ford fotografato accanto a un modello Nucleon in scala 3/8. Tutto questo aveva però stimolato le attività di ricerca e studio nell'Urss, dove lo sviluppo dell'energia nucleare sovietica procedeva con ritmo accelerato. Sulla risposta di Mosca alla Ford Nucleon non ci sono - com'è comprensibile - certezze o documentazioni ufficiali. Secondo alcune fonti un'auto a propulsione nucleare - la Volga Atom - vide la luce nella prima metà degli Anni '60, sulla base di un progetto del fisico Alexander Kamnev, sostenuto dallo stesso Nikita Krusciov.
Fu lui a progettare l'elemento principale della Atom, cioè un'installazione nucleare forzata funzionante. Inizialmente, Kamnev aveva deciso di seguire la stessa strada degli americani utilizzando un reattore nucleare in miniatura. Ma quando ciò si dimostrò impossibile, Kamnev pensò di utilizzare una fase gassosa dell'uranio (probabilmente UF6 o gas esadecimale) per alimentare direttamente un motore appositamente progettato.
Costruito nel 1965, il prototipo della Volga-Atom sfruttava questo propulsore che - secondo i media che seguirono negli anni successivi i progetto dell'Urss - aveva una potenza di 320 Cv. I test svolti segretamente nella base di Severomorsk dimostrarono però che l'auto surriscaldava molto e aveva prestazioni accettabili. Leonida Breznev, che aveva preso il posto di Krusciov nel 1964, fu messo al corrente del programma ma non mostrò interesse per proseguire i lavori. E il progetto Volga-Atom fu abbandonato.
Auto a energia atomica, la sfida Usa-Urss degli Anni '60
Ford Nucleon (mai costruita) contro Volga Atom (mai completata)