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I Paesi Ue al voto decisivo sui dazi sulle auto elettriche cinesi

Il 4 ottobre sul tavolo le tariffe al 36,3% annunciate a luglio. De Meo: La vera sfida è il gioco di squadra in Ue

I Paesi Ue al voto decisivo sui dazi sulle e-car cinesi

Redazione Ansa

 L'Europa è pronta a portare avanti la battaglia commerciale contro la Cina. I Ventisette si apprestano a votare il 4 ottobre  per introdurre dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino ai suoi produttori di e-car. Se confermate, le tariffe imposte dalla Commissione europea a luglio in via provvisoria saranno poi applicate per i prossimi cinque anni e andranno ad aggiungersi ai dazi del 10% già in vigore.
A metà luglio, in un primo voto non vincolante, dodici Paesi - tra cui l'Italia e la Spagna - si erano espresse a favore di un segnale forte contro i sussidi sleali. Undici gli astenuti, guidati dalla Germania, e solo quattro i contrari (Ungheria, Malta, Cipro e Slovacchia).
Da allora, e vista la rappresaglia annunciata da Pechino sul comparto agroalimentare europeo, Madrid ha espresso l'intenzione di riconsiderare la sua posizione, mentre Berlino - con la maggioranza semaforo del cancelliere Olaf Scholz divisa al suo interno - dovrebbe confermare l'astensione che, nei fatti, equivarrebbe a sostenere la proposta. Appare al momento difficile che si verifichino le condizioni per una maggioranza di blocco capace di respingere la proposta di Bruxelles. Il voto si terrà a maggioranza qualificata.

Per il presidente dell'Acea, Luca De Meo,  ''dazi o non dazi, io credo che la vera questione sia riuscire ad organizzarsi come industria automobilistica, come ecosistema in generale, al di là dell'industria dell'auto, per essere tra qualche anno al livello dei cinesi". De Meo ha ricordato che, in particolare, su elettrico e software i cinesi sono in "vantaggio perché hanno cominciato prima. Quindi è questa la questione che dovrebbe turbare i nostri sonni piuttosto che parlare del tema dei dazi che, se volete, è un elemento un po' tattico. Del resto, è un tema sui cui non abbiamo nessun commento da fare perché è un processo nelle mani dell'Unione europea". ''Da un punto di vista del business - ha avvertito De Meo - bisogna concentrarsi sulla creazione di una potente politica industriale in Europa. L'automobile gioca un ruolo importante. Dobbiamo sempre ricordarci che l'auto rappresenta l'8% del Pil europeo, 13 milioni di posti di lavoro, 30% di Ricerca e Sviluppo, 400 miliardi di tasse legate alla mobilità.
    100% di positività per la bilancia commerciale europea". "Senza l'auto - puntualizza De Meo - la bilancia commerciale europea sarebbe in deficit strutturale. Quindi abbiamo interesse a sostenerci tutti, a lavorare in squadra, affinché l'industria automobilistica europea resti al livello in cui è stata per 150 anni". Più investimenti da parte dell'Europa? ''Difficile sintetizzare tutto ma ovviamente ci sono anche gli investimenti", ha concluso.
    ''Non commento queste voci e penso che non sia il tema di questo evento'': il direttore generale di Renault, Luca De Meo, ha liquidato così una domanda circa le voci su un ipotetico avvicinamento tra Renault e Stellantis. Cosa dirà a Tavares al prossimo Salone dell'auto di Parigi? ''Lo saluterò come sempre'', si è limitato a rispondere De Meo. (ANSA).
   

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