(ANSA) - LONDRA, 04 OTT - In tempi di guerra di dazi fra Ue e
Cina, risalgono nel Regno Unito del dopo Brexit le pressioni
delle case produttrici di automobili per ottenere sostegni
pubblici extra dal governo britannico per lo sviluppo dei
veicoli elettrici. A rilanciare l'appello nei confronti del
nuovo esecutivo laburista di Keir Starmer, sullo sfondo dei suoi
impegni sulla transizione verde, è stata oggi la Society of
Motor Manufacturers and Traders (Smmt), organizzazione
industriale di categoria. In una lettera aperta indirizzata
alla cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, titolare delle
Finanze e custode dei conti che si appresta a presentare il 30
ottobre in Parlamento una finanziaria d'autunno annunciata
all'insegna del rigore, la Smmt ha denunciato come insufficienti
gli sgravi promessi finora per quest'anno al settore pari a 2
miliardi di sterline. Nonché la mancanza di "incentivi fiscali
per i consumatori" che acquistino veicoli non alimentati da
motori benzina, diesel o a gas: veicoli che lo stesso Regno si è
impegnato a mettere fuori mercato entro il 2035, nell'ambito
degli accordi internazionali sulla riduzione delle emissioni
nocive per il clima. Incentivi che per ora restano "a
zero" nel Regno, rimarcano i firmatari della lettera: Bmw, Ford,
Mercedes-Benz, Jaguar Land Rover, Kia, Nissan,
Vauxhall-Stellantis e Volkswagen, tutti titolari di stabilimenti
sull'isola. I produttori rivendicano di aver stanziato
investimenti "per miliardi" in questo ambito, ammonendo tuttavia
che - senza maggiori aiuti governativi - il mercato nazionale
non può decollare nel Paese: come confermano le loro stime
secondo cui alla fine di quest'anno si prevede la circolazione
in Gran Bretagna di non più di un 18,5% di vetture elettriche,
contro il target del 22% fissato dal precedente governo
conservatore. (ANSA).
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