Avrebbe compiuto in questi giorni 100 anni Giovanni Lancia, più noto come Gianni, l'ingegnere che nel 1947 divenne presidente dell'omonima Casa automobilistica. E che portò l'azienda ai massimi vertici mondiali ma anche alla crisi che nel 1956 obbligò all'uscita della famiglia Lancia dall'azienda.
Figlio del fondatore Vincenzo Lancia, Gianni si era laureato in ingegneria all'Università di Pisa a soli 23 anni. Nel 1947, dopo la morte del padre Vincenzo dieci anni prima, riceve il timone dell'azienda (in quel momento gestita dallo zio Arturo Lancia) dalla madre Adele Miglietti che ne è la maggiore azionista. Gianni resterà in carica fino al 1955 ma durante questi anni l'erede Lancia dimostra di avere notevoli capacità gestionali e tecniche, avviando il rinnovamento della gamma assieme all'ingegner Vittorio Jano.
Una collaborazione davvero proficua perché dall'unione delle capacità di Lancia e Jano nascono veri gioielli come l'Aurelia nelle versioni B20 GT e B24 Spider, la serie sportiva D24 e l'Appia. In particolare l'Aurelia è una vera icona del made in Torino, che incarna l'eleganza (firmata anche da Pininfarina) con le prestazioni offerte dal motore a 6 cilindri a V - un progetto a cui si dedica l'ingegner Francesco De Virgilio - vero gioiello di tecnica.
Gianni Lancia ha nelle vene il sangue del padre Vincenzo, grande pilota. Non siede per al volante ma in 'plancia di comando' per i programmi sportivi. Con la B20 arrivano anche i primi importanti risultati nelle competizioni su strada. Nel 1951 nasce la squadra Corse Lancia, con il simbolo dell'elefante galoppante che tornerà nell'HF di Cesare Fiorio. E nel 1953 punta sulle vetture Sport D24 (vince tra le molte altre gare la Carrera Panamericana e su piloti come Fangio e Ascari.
Nel 1954 Gianni Lancia decide il salto in Formula Uno nel 1954. Ad un solo anno dal debutto - nel 1955 - la splendida e velocissima D50, affidata a Juan Manuel Fangio, si permette il lusso di dominare e vincere il Campionato Mondiale. Le citate difficoltà finanziarie, legate a diversi fattori tra cui l'impegno nelle corse, obbligano Gianni Lancia a lasciare proprio nel 1955 la carica di presidente e l'anno successivo il 1956 finisce per cedere la sua quota di azioni (16%) al resto della famiglia, con la successiva cessione dell'azienda alla famiglia Pesenti dell'Italcementi.
I costruttori e industriali milanesi erano in qquel momento uno dei maggiori creditori della Lancia per aver costruito l'avveniristica sede di borgo San Paolo a Torino, un edificio di 17 piani che anticipa di qualche anno il grattacielo Pirelli di Milano. È firmato dall'architetto Nino Rosani, che si avvale della consulenza di Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli che sono appunto i progettisti del 'Pirellone'. Gianni Lancia si distacca completamente dal mondo dell'automobile e parte per il Sudamerica, dove si dedica al commercio di prodotti alimentari in scatola e dove sposa in seconde nozze l'attrice francese Jacqueline Sassard. Alcuni anni dopo torna in Italia e si trasferisce poi a Saint-Jean-Cap-Ferrat in Costa Azzurra dove muore nel 2014.