(di Silvana Logozzo) -
Basta cene a base di minestrine insipide e la triste fettina di pollo scondita. Da oggi anche i nonni a tavola potranno gustare un piatto saporito che abbia il gusto di cibo vero.
Lo scossone nel menù degli over 65 arriva dal Congresso della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) che si tiene a Roma fino al primo dicembre. Le nuove indicazioni, basate sui risultati delle ultime ricerche, consentono di raddoppiare le dosi di sale e grassi giudicate finora ottimali: così la quantità di lipidi passa da 20-30 a 40-50 grammi al giorno, mentre il sale arriva fino a 5-6 grammi quotidiani contro i 3-4 di prima. Insomma non si demonizzano più cloruro di sodio e grassi, perché il rischio cardiovascolare e metabolico complessivo non si modifica in maniera sostanziale. Non solo: una carenza di questi nutrienti e minerali potrebbe rivelarsi controproducente. "Numerose ricerche hanno dimostrato che avere un buon apporto di acidi grassi polinsaturi è essenziale nella terza età: la mortalità si abbassa fino al 42% se l'introito dalla dieta è adeguato, mentre il rischio cardiovascolare e la mortalità salgono fino all'81% in più se si consumano soprattutto grassi saturi e grassi trans", spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Sigg. "L'obiettivo negli over 65 - aggiunge - non deve essere la riduzione dei grassi in assoluto, quanto piuttosto la sostituzione dei grassi provenienti dagli alimenti di origine animale con grassi di origine vegetale o dal pesce". Non solo: gli studi più recenti indicano che una eccessiva restrizione di sodio può avere effetti negativi sulla resistenza all'insulina, i lipidi nel sangue e l'assetto neuro-ormonale. Tutti elementi che possono favorire le malattie cardiovascolari e l'insufficienza cardiaca e che potrebbero perciò controbilanciare le possibili conseguenze positive della riduzione di sale sulla pressione arteriosa. Inoltre gli esperti segnalano che in uomini e donne over 70 in buona salute complessiva, il rischio cardiovascolare più basso possibile è attorno ai 3 grammi di sodio al giorno. Quanto alle proteine invece resta invariata la raccomandazione di introdurre ogni giorno 1 grammo per ogni chilo di peso corporeo. Lo studio italiano InChianti su mille over 65 seguiti per 9 anni, ha confermato che livelli troppo bassi di consumo di sodio si associano a un incremento della mortalità, mentre un eccesso non pare altrettanto deleterio. Inoltre, una dieta troppo povera di sodio potrebbe compromettere il raggiungimento di un introito calorico adeguato e anche l'efficacia di alcune terapie farmacologiche. I geriatri sono ora più permissivi anche con i grassi, ritenuti in passato il pericolo numero uno per il cuore e le arterie. Per gli over 65 - dicono - non c'è necessità di tirare troppo la cinghia. "Il pesce, troppo spesso trascurato nella dieta degli anziani, è una fonte ideale di grassi polinsaturi benefici per il cuore e non solo: un buon apporto di lipidi serve per mantenere una performance cognitiva adeguata ed è perciò utile per rallentare il declino cerebrale", conclude Antonelli Incalzi.
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