Nonostante i casi di infezioni umane segnalati in paesi al di fuori dell'Ue, il rischio di contrarre l'influenza aviaria per la popolazione in Europa "rimane basso". E' quanto affermano nell'ultimo rapporto sull'influenza aviaria l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e il laboratorio di riferimento dell'Ue (Eurl).
La maggior parte delle infezioni umane segnalate di recente da paesi extra Ue "erano correlate a persone esposte a pollame malato e morto, che non indossavano dispositivi di protezione individuale, in particolare negli allevamenti da cortile", si legge in una nota delle agenzie Ue. Secondo l'Ecdc "il rischio per la popolazione in generale in Europa rimane basso, e da basso a moderato per i lavoratori e altre persone a contatto con uccelli e mammiferi morti e potenzialmente infetti".
Dopo il picco del novembre 2022, il numero di focolai negli allevamenti avicoli si è ridotto. Una mortalità anormale è stata tuttavia osservata nei gabbiani in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Italia. Il rischio di infezione nel pollame potrebbe aumentare nei prossimi mesi man mano che i gabbiani si diffondono nell'entroterra, possibilmente sovrapponendosi alle aree di produzione del pollame. L'Efsa e l'Eurl raccomandano l'attuazione di strategie di prevenzione nelle aree di produzione avicola.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it