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L'Indice di Vicinanza della Salute al minimo storico nel 2022

Rapporto Visentini, confermata la difficile ripresa post pandemia

L'Indice di Vicinanza della Salute al minimo storico nel 2022

Redazione Ansa

Non decolla la ripresa dopo gli anni della pandemia in Italia. A farne le spese, soprattutto la salute. Lo conferma la seconda edizione del Rapporto della Fondazione Bruno Visentini, 'Unire i puntini: verso un Piano Nazionale di Salute', presentato presso la sala Zuccari in Senato, su iniziativa della senatrice Ylenia Zambito. I risultati dell'Indice di Vicinanza della salute, che si riferisce alla relazione nello spazio e nel tempo che sussiste tra la persona, la disponibilità̀ del bene salute e la possibilità̀ di fruirne, nel 2022 ha totalizzato 86 punti, perdendone ben 14 rispetto al 2010 (in cui se ne registravano 100) e 4 rispetto al 2021 (90 punti).

"La prevenzione, la presa in carico del paziente, la telemedicina, l'assistenza territoriale, i servizi socio-sanitari, l'ospedale, ma anche il territorio, il terzo settore e i diversi attori del welfare che contribuiscono alla tutela della salute pubblica e individuale, rappresentano i tanti puntini che devono essere uniti in quello che deve essere un approccio olistico- spiega Ylenia Zambito -, includendo anche la componente sociale o ambientale." E' la logica "One Health" e la strategia di "Health in all policies", sostenute dall'Oms e previste nel quadro dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che impongono al sistema sanitario di procedere in maniera multidisciplinare e trasversale per essere più efficace.

"Nel 2022, nonostante gli interventi normativi, non abbiamo assistito ad una inversione di tendenza - spiega Duilio Carusi, Adjunct Professor Luiss Business School, Coordinatore dell'Osservatorio-. I trend negativi rispetto all'anno precedente e le molteplici iniziative previste dal PNRR non sono arrivate a migliorare lo stato della Vicinanza alla salute per i cittadini. Necessario far dialogare la sfera sanitaria con le componenti relative alla assistenza sociale, sociosanitaria e della tutela ambientale". Secondo l'Oms, il 20% della popolazione europea più povera è a rischio doppio di essere colpita da una malattia mentale, con costi pari al 4% del Pil del singolo Stato. L'obiettivo è quello di "riuscire a migliorare in 4 anni, la salute di 250mila persone per un Paese di 60 milioni di abitanti", conclude Christine Brown, Direttore dell'Ufficio europeo dell'OMS per gli investimenti per la salute e lo sviluppo.

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