L'istituzione di un Bollino Lilla per siti internet sicuri sui disturbi dell'alimentazione sicuri e l'introduzione della figura di un Facilitatore Scolastico, con il compito di formare e informare in ambiente scolastico sui disturbi del comportamento alimentare a partire in primis dai docenti. Sono queste due proposte concrete che arrivano a qualche giorno dalla giornata nazionale del Fiocchetto Lilla sui disturbi alimentari dal dottor Adolfo Bandettini di Poggio, Direttore della Psichiatria del Gruppo KOS e portate qualche settimana fa in audizione al Senato in Commissione Salute.
La diagnosi arriva spesso in ritardo, dopo almeno 2-3 anni dall'inizio della patologia, ed è accompagnata quasi sempre da una forte resistenza alle cure. Si è passati dai 680.569 nuovi casi del 2019 ai 1.680.456 nuovi casi del 2023.Solo nel 2022 il numero di decessi con diagnosi correlate ai disturbi della alimentazione e della nutrizione (anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata) sono stati complessivamente 3.158, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura (Campania, Sardegna, Sicilia, Puglia) con una età media di 35 anni (che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni).
"L'anoressia, la bulimia, il binge eating disorder sono problemi di salute pubblica che stanno colpendo ragazzi sempre più giovani di ambo i sessi - spiega il professor Gabriele Sani, Responsabile del Dipartimento di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" IRCCS. - Una diagnosi chiara e precoce aumenta notevolmente la possibilità di cura. Il trattamento deve essere multidisciplinare e comprendere la figura dello psichiatra, dello psicologo, del tecnico della riabilitazione psichiatrica, dell'internista e di eventuali altri specialisti a secondo della necessità individuali - prosegue Sani - inoltre vanno coinvolti i medici di medicina generale e i pediatri di base per arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile". Grazie all'esperienza del Gruppo KOS e dei suoi centri psichiatrici accreditati con il SSN, nasce l'iniziativa "Disordini nascosti" in un ristorante di Roma il 13 marzo, realizzata a partire dall'ascolto delle storie dei pazienti da parte del suo team medico multidisciplinare (psichiatri, psicologi, dietisti, nutrizionisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica).
Mettendo al centro le storie dei pazienti, le loro sensazioni e il loro malessere, è nata una collezione di 6 piatti, che racconta come le cause dei disturbi alimentari siano, a tutti gli effetti, da ricercare nella mente. Ogni piatto permette di entrare nei pensieri patologici di chi ha un disturbo alimentare, facendo comprendere quanto il rapporto distorto con il cibo sia legato a un profondo disagio interiore. L'iniziativa ha lo scopo, attraverso le frasi dei pazienti e le illustrazioni, di sensibilizzare la stampa, le istituzioni e il grande pubblico sulla complessità dei percorsi di cura e riabilitazione, che un paziente con disturbi del comportamento alimentare deve affrontare. Per consentire la presa in carico dei pazienti, Kos affianca il Servizio Sanitario Nazionale offrendo circa 100 posti letto accreditati per la cura dei disturbi alimentari.
Disturbi alimentari, 6 piatti raccontano le emozioni dei pazienti
Frasi e immagini per sensibilizzare sui percorsi di cura