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La tossina "antirughe" efficace sulle cefalee da trauma cranico

Botulino, anche per i casi più difficili di nevralgia trigemino

La tossina 'antirughe' efficace sulle cefalee da trauma cranico

Redazione Ansa

La tossina botulinica, famosa come anti-rughe, potrebbe divenire un'alleata contro la cefalea post-traumatica, il mal di testa che spesso compare dopo un trauma cranico, anche lieve. Inoltre potrebbe rappresentare una soluzione per le forme farmaco-resistenti di nevralgia del trigemino, condizione dolorosa estremamente grave e debilitante che spesso non trova sollievo neanche dopo la chirurgia.


    È la promessa che arriva da una revisione sistematica di studi pubblicata sulla rivista Toxins. La tossina botulinica tipo A potrebbe anche offrire vantaggi rispetto agli anticorpi monoclonali anti-CGRP nella cefalea post-traumatica. Lo studio è stato coordinato da Paolo Martelletti, Direttore della rivista The Journal of Headache and Pain. L'onabotulinumtoxina (BT-A) è in uso in diversi campi medici. Agisce a più livelli, anche sul CGRP peptide coinvolto nella genesi del dolore alla testa.
    Da tempo la tossina viene utilizzata anche per l'emicrania cronica, ma il suo uso continua ad ampliarsi e potrebbe entrare in uso anche per la nevralgia del trigemino che colpisce 5 persone ogni 100 mila. La tossina è molto efficace anche nella gestione della nevralgia del trigemino refrattaria ai farmaci, e presenta minori effetti collaterali rispetto ad altre strategie.


    Il miglioramento del dolore si osserva entro 10 giorni dall'iniezione di tossina e periste per 3-6 mesi.
    La cefalea post-traumatica è una conseguenza comune e debilitante del trauma cranico, spesso simile all'emicrania e alla cefalea di tipo tensivo. Si tratta di un problema diffuso, sottolinea Martelletti, se pensiamo che ogni anno, circa 69 milioni di persone nel mondo subiscono un trauma cranico anche lieve, con la cefalea che rappresenta il disturbo più comune post-trauma cranico, colpendo dal 30% al 90% dei pazienti reduci dal trauma. È importante notare che il 18-22% delle persone continua a soffrire di cefalea un anno dopo l'infortunio.


    Nonostante la sua diffusione, il trattamento ottimale per tale cefalea rimane poco chiaro, con strategie terapeutiche per lo più mutuate da altri disturbi cefalalgici. Martelletti ha esaminato l'uso della tossina e degli anticorpi monoclonali anti-peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP). La tossina ha mostrato benefici moderati nella cefalea post-traumatica, in un gruppo di 40 soggetti. Nessun risultato significativo, invece, è emerso per l'anticorpo. La capacità della tossina di agire su più vie del dolore sembra renderla il candidato più promettente, conclude l'esperto, sia per la nevralgia del trigemino sia per la cefalea post-traumatica, ma servono ulteriori studi per una conferma definitiva.
   

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