(ANSA) - ROMA, 22 GIU - Fino a una persona con diabete su 3
(19-34% dei pazienti) rischia di sviluppare ulcere del piede,
prima causa di amputazione non traumatica: il piede diabetico è
la complicanza cardiovascolare più temibile e più costosa per
chi soffre della malattia ed è responsabile dell'insorgenza
dell'ulcera del piede, una manifestazione clinica altamente
invalidante. Si stima, infatti, che nel mondo ogni 20 secondi
una persona con diabete subisca un'amputazione, con un impatto
significativo sulla qualità e l'aspettativa di vita, ridotta a 5
anni nel 70% dei casi di amputazione maggiore.
Sono i dati diffusi dall'Associazione Medici Diabetologi
(AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) che
riuniranno a Roma i principali esperti nella cura del piede
diabetico in occasione del secondo Expert Meeting italiano in
programma il 24 giugno presso l'Hotel Ergife.
I dati sono ancora più allarmanti considerando che si stima
che il diabete arriverà a colpire circa 640 milioni di persone
nel 2040.
L'incontro intende richiamare l'attenzione sulla necessità,
non più prorogabile, di tradurre e condividere le linee guida
internazionali sul piede diabetico tra i massimi esperti del
settore e alla presenza dei decisori politici, al fine di
garantire un'assistenza al passo con i tempi e sostenibile,
uniformando i percorsi di diagnosi e cura del piede diabetico
sul territorio nazionale.
"La sfida per contrastare la diffusione del piede diabetico
è, innanzitutto, prevenire le lesioni e, una volta formatesi,
ottenere una riparazione nei tempi più rapidi e sostenibili
possibili. La presenza di una lesione, infatti, espone
quotidianamente la persona con diabete ad un rischio potenziale
di infezione e quindi di ospedalizzazione e amputazione, con
ripercussioni importanti sulla qualità e aspettativa di vita" -
commentano Cristiana Vermigli, coordinatrice del gruppo di
studio sul Piede Diabetico SID-AMD e Cesare Miranda,
coordinatore eletto.
Il Gruppo di Studio Italiano del Piede Diabetico,
inter-associativo di SID e AMD, è in prima linea in questo
ambito, allo scopo di divulgare e implementare anche in Italia
le linee guida internazionali, condividendo le best practice con
i principali stakeholder del Servizio sanitario nazionale;
sensibilizzare i decisori politici e i responsabili delle
aziende ospedaliere e territoriali a una maggiore attenzione
verso i percorsi di cura del piede diabetico; promuovere
l'utilizzo dei trattamenti più innovativi e presenti nelle linee
guida, supportati da una rigorosa analisi clinica e di
costo-efficacia. (ANSA).
Diabete,fino a 1 paziente su 3 a rischio di ulcere del piede
SID-AMD, piede diabetico grave complicanza, rischio amputazione