Il "pancreas artificiale", ovvero una pompa insulinica disposta nella cavità addominale del paziente con diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) autoregola il rilascio di insulina al bisogno in modo personalizzato e del tutto simile a quanto fa il pancreas normalmente nelle persone sane, grazie a un algoritmo di comando personalizzabile, sviluppato tra università di Padova, Pavia e Yale.
Lo suggerisce uno studio pubblicato su APL Bioengineering in cui è stata testata l'efficacia dell'algoritmo con una simulazione.
L'attuale metodo di somministrazione automatizzata dell'insulina, che si basa su una tecnologia con sensori sottocutanei, richiede che i pazienti inseriscano manualmente il numero di carboidrati che consumano, di fatto comunicando i loro pasti al sistema prima di mangiare. Inoltre, il sistema è lento nel rilevare ed erogare l'insulina. Questi ritardi, insieme alla probabilità di errori nel calcolo manuale dei carboidrati nei pasti, rendono il sistema soggetto a imprecisioni e aumentano il rischio dell'iperinsulinemia, un pericoloso stato di insulina elevata nei pazienti.
Utilizzando un simulatore approvato dalla FDA e progettato per la somministrazione continua di insulina sottocutanea, i ricercatori hanno simulato la somministrazione di insulina.
Hanno sviluppato un modello in grado di tenere conto delle differenze tra i singoli pazienti e hanno convalidato un algoritmo di controllo del microinfusore che non richiede nessuna attività da parte del paziente.
"Questo è un grande vantaggio perché consente la personalizzazione", precisa Cobelli. "Persone diverse hanno esigenze diverse, quindi è necessario personalizzare gli algoritmi".
Diabete, il pancreas artificiale regolato da un algoritmo è preciso e su misura
Come l'organo vero, lo dimostra uno studio di simulazione italiano