Diabete

Diabete, screening precoci e regolari per evitare la cecità

Retinopatia diabetica è principale causa di cecità negli adulti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 OTT - Screening precoci e regolari per evitare la disabilità visiva ai pazienti con diabete: è l'appello lanciato dai diabetologi in occasione della Giornata mondiale della vista. Sono infatti gli adulti in età lavorativa (tra 16 e 65 anni) i soggetti a maggior rischio di sviluppare problemi della vista e 1 milione quelli con retinopatia conclamata nel nostro Paese. La retinopatia diabetica, infatti, è la principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa.
    Si tratta di una nota e grave complicanza del diabete sia di tipo 1 che 2, determinata da fattori di rischio come la durata della malattia, specialmente se non adeguatamente controllata, elevati livelli di emoglobina glicata e ipertensione.
    "Il danno alle delicate strutture della retina - spiega Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di diabetologia - è spesso silente e asintomatico, il che rende la retinopatia sotto diagnosticata. Quando la persona sperimenta il calo della visione è segno che l'edema maculare o la retinopatia sono già in stadio avanzato. Per questo è importante motivare le persone con diabete a sottoporsi agli screening periodici, sia al momento della diagnosi che a intervalli stabiliti dal diabetologo e dall'oftalmologo (in genere ogni uno o due anni a seconda dei casi). La tempestività di diagnosi permette di effettuare una presa in carico e limitare la perdita della visione".
    La prevalenza di complicanze a carico dell'occhio interessa tra il 30% e il 50% delle persone con diabete, con una incidenza annuale tra il 2 e il 6%. L'1% dei pazienti è interessato da una complicanza oculare grave. Una lunga storia di malattia (specie se non controllata dalle terapie) è un fattore di rischio, i dati ci dicono infatti che la prevalenza di retinopatia è in media del 20% dopo 5 anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni.
    "Oggi - dichiara Avogaro - abbiamo l'obiettivo di ridurre di almeno un terzo il numero di casi, per limitare la disabilità dei pazienti e diminuire i costi sanitari, giacché il paziente con retinopatia costa il doppio di uno con solo diabete, per non parlare dei costi sociali e dell'impatto drammatico sulla qualità di vita. Eppure secondo alcune indagini solo il 30% delle persone con diabete sono sottoposte regolarmente a monitoraggio".
    Lo screening si esegue tramite l'esame del fondo oculare, semplice e non invasivo le cui immagini possono essere catturate da retinografi ed essere refertati a distanza grazie a strumenti di telemedicina. L'obiettivo è individuare tempestivamente segni di edema maculare. Le terapie vanno dalla fotocoagulazione laser all'uso di glucocorticoidi o farmaci anti-angiogenetici, che sì sono mostrati efficaci nella prevenzione della cecità. (ANSA).
   

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