L'obesità è un'epidemia che nel mondo colpisce oltre un miliardo di persone, una cifra raddoppiata dal 1990 al 2022 e quadruplicata tra i bambini e gli adolescenti. Eppure fra la popolazione adulta il 29% ammette di avere poca o nessuna conoscenza sul tema. E' quanto emerso dall'indagine condotta da Cittadinanzattiva e Federfarma nell'ambito di "Feel Good", il progetto che ha coinvolto 105 farmacie di tre regioni (Piemonte, Lazio e Sicilia) e 150 studenti delle superiori diventati 'informatori di salute' tra i propri coetanei.
Dovuta a alimentazione scorretta, sedentarietà così come fattori genetici e ormonali, l'obesità è anche legata a condizioni socioeconomiche svantaggiate. In Italia ci sono circa 23 milioni di persone in sovrappeso, di cui 5 milioni sono obesi, con una percentuale in continua crescita. Questo comporta un aumento di cure e terapie per tutti i problemi di salute collegati, come diabete, ipertensione e insufficienza cardiaca ma anche tumori e infertilità. Con ricadute economiche negative sulla spesa del Servizio Sanitario Nazionale.
L'impatto sulla spesa sanitaria
Secondo un'analisi Ocse, in Italia, il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria, e, per coprire questi costi, ogni cittadino paga 289 euro di tasse supplementari all'anno. "Applicando misure di prevenzione e informazione si porterebbero prevenire 144 mila casi di malattie non trasmissibili entro il 2050 e far risparmiare 62 milioni all'anno in spesa sanitaria", sottolinea Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione sanitaria del ministero della Salute.
"L'obesità - precisa Andrea Lenzi, ordinario di endocrinologia alla Sapienza e membro della Cabina di Regia sul Piano Nazionale Cronicità del ministero della Salute - è una vera e propria malattia cronica e, come tale, sarà inserita nel nuovo Piano cui sta lavorando e che è quasi pronto. Inoltre le cure per questa patologia devono essere quanto prima inserite nei Livelli essenziali di assistenza (Lea)". Questo è anche l'obiettivo principale della legge sull'obesità, che se approvata sarebbe la prima al mondo, presentata alla Camera dal deputato Roberto Pella.
Giovani sempre più obesi, vittime di bullismo e stigma
In Italia, il 18% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni è in sovrappeso e il 4% è obeso. E su di loro pesano stigma e discriminazione. Il 68% degli studenti delle superiori intervistati per il progetto 'Feel good' realizzato da Cittadinanzattiva, riconosce che chi soffre di obesità ha più difficoltà ad inserirsi in un gruppo e il 91% ritiene i loro coetanei obesi a rischio di bullismo.
Se il problema insorge in giovane età, tende a peggiorare andando avanti con gli anni. Con ricadute psicologiche importanti. "Queste personevivono continue discriminazioni - sottolinea Iris Zani, presidente dell'Associazione Amici-Obesi - e finiscono spesso col rivolgersi al dottor Google. Le associazioni aiutano a mettere in guardia da inutili diete miracolose e da cure inappropriate diffuse online". Nella prevenzione del sovrappeso patologico, precisa la senatrice Beatrice Lorenzin, membro dell'intergruppo parlamentare Diabete e Obesità, "la scuola ha un ruolo importantissimo. In particolare bisognerebbe investire di più nella qualità del cibo servito nelle mense che, per i bambini più disagiati, rappresenta un pasto centrale nella giornata".
Da Cittadinanzattiva 9 proposte per la cura e la prevenzione
Sono 9 le proposte presentate per la prevenzione e la cura dell'obesità da Cittadinanzattiva: "Le istituzioni - dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale dell'associazione - devono investire per favorire i percorsi di diagnosi e cura per chi ne è affetto. Innanzitutto rafforzando centri specializzati che ad oggi sono insufficienti e presenti in maniera non uniforme sul territorio".
Ben 105 farmacie distribuite in cinque province (Roma, Frosinone, Catania e Palermo) hanno partecipato all'iniziativa realizzata con il contributo non condizionante di Novo Nordisk, somministrando 1043 questionari ai cittadini e svolgendo una campagna di prevenzione tra gli adulti. "L'obesità è una malattia vera e propria, ma se spesso non è riconosciuta come tale. Le farmacie vogliono dare il loro contributo, in quanto primo luogo di contatto del cittadino con il Servizio sanitario", conclude Marco Cossolo presidente di Federfarma.