Diabete

Diabete, cure più efficaci con nuovi farmaci ma restano 'nodi'

Rapporto 'Annali' valuta assistenza a oltre 600mila pazienti

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 MAG - Migliorano le performance delle cure diabetologiche in Italia: aumentano i pazienti con l'emoglobina glicata in regola e cresce l'impiego dei farmaci più appropriati ed efficaci nel contrastare le principali complicanze della malattia diabetica. Al contempo, persistono alcune storiche "spine nel fianco" della diabetologia: diagnosi spesso tardiva del piede diabetico, diffusi risultati non ottimali nel controllo del peso e la persistenza di alcuni stili di vita incompatibili con una gestione consapevole della malattia, primo fra tutti il vizio del fumo. Questo il quadro delineato dall'Associazione Medici Diabetologi (Amd) che oggi, al ministero della Salute, ha presentato l'ultima edizione degli Annali, indagine che da quasi 20 anni monitora l'andamento e la qualità dell'assistenza erogata a oltre 600mila pazienti italiani.
    Quest'anno, ha spiegato Giuseppina Russo, coordinatrice nazionale Annali Amd, sono stati coinvolti quasi 300 centri diabetologici distribuiti su tutto il territorio nazionale, "registrando l'assistenza erogata a oltre 42.000 persone con diabete tipo 1, più di 573.000 persone con diabete tipo 2 e 13.542 donne con diabete in gravidanza, arrivando a coprire, in alcune Regioni, il 50% dei cittadini con diabete". Dall'indagine è emerso che circa il 40% dei pazienti con diabete di tipo 1 ha raggiunto l'obiettivo di cura per i valori dei lipidi e della pressione arteriosa, un terzo quello dell'emoglobina glicata. Il 65% dei pazienti presenta uno score che indica livelli adeguati di cura, con benefici diretti sulla salute complessiva e sulla riduzione del rischio cardiovascolare. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, circa il 40% raggiunge il target per i lipidi e il 25% per la pressione arteriosa, oltre il 56% mantiene l'emoglobina glicata sotto controllo grazie forse all'impiego di nuovi farmaci. Risultati con qualche ombra sul diabete gestazionale, con il 14,4% delle donne che ha ricevuto una diagnosi tardiva, dopo la 28/ma settimana. "Nulla può essere migliorato se non viene misurato - ha dichiarato Riccardo Candido, presidente Amd - questo è stato il nostro punto di partenza quando abbiamo dato vita agli Annali quasi venti anni fa e continuerà ad essere il nostro approccio nell'affrontare le sfide del prossimo futuro". (ANSA).
   

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