(ANSA) - ROMA, 03 OTT - Diagnosticata spesso in ritardo
quando ormai è in fase avanzata, la Retinopatia Diabetica (RD) è
la principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa e
colpisce in Italia, oltre 1 milione di persone con diabete,
numero in costante aumento. Si stima che circa il 13% del carico
dell'ipovisione sia attribuibile alle forme più gravi di
Retinopatia Diabetica e che, con circa 108.
"Si stima, che quasi tutti i pazienti con diabete di tipo 1 e
oltre il 60% di individui con diabete di tipo 2 sperimentino
forme di gravità variabile di retinopatie in un arco temporale
di circa 20 anni dalla diagnosi. Ecco perché dobbiamo adottare
come strategia di prevenzione anche la digitalizzazione e la
telemedicina", afferma Massimo Nicolò, responsabile Centro
Retina e Maculopatie Clinica Oculistica Università di Genova. La
tele-consultazione in remoto può aiutare a intercettare i
cittadini con problemi visivi; grazie all'OCT (Tomografia Ottica
Computerizzata) possiamo eseguire esami a distanza, riducendo il
rischio di deterioramento visivo e limitando gli accessi inutili
in ospedale.
"È fondamentale adottare un approccio multidisciplinare nella
gestione del diabete, con una stretta collaborazione tra
diabetologo e oftalmologo", commenta Angelo Avogaro, Presidente
della Società Italiana di Diabetologia. Il danno alla retina,
spesso silente e asintomatico, rende difficile la diagnosi
precoce: quando il paziente nota un calo della visione, la
malattia è già in stadio avanzato. (ANSA).
Retinopatia per 1 milione di diabetici, diagnosi spesso tardiva
Costi enormi per lo Stato, servono prevenzione e continuità cure