Per le donne con tumore al seno che abitano nella periferia ovest di Roma, Muratella, in farmacia c'è un volto sorridente e di supporto: è quello della dottoressa Valentina Petitto, dell'Ordine dei Farmacisti di Roma, che dopo la sua personale esperienza con la neoplasia a soli 38 anni si dedica a dispensare consigli, a discutere di quelli che possono essere gli effetti collaterali dei farmaci, a spiegare anche semplicemente come fare le punture. Puntando prioritariamente su un messaggio per lei imperativo: quello della prevenzione, per tutte le fasce d'età.
Petitto ha raccontato la sua storia in occasione dell'incontro 'Per amarla', percorso e rete mammella Regione Lazio, nella sede del Consiglio Regionale. "Ho scoperto di avere il cancro al seno a 38 anni per caso e ho affrontato un percorso di mastectomia bilaterale, ho effettuato 6 mesi di chemioterapia, 25 sedute di radioterapia e sono ancora in terapia ormonale, avendo adesso 45 anni - ha sottolineato -. Questo ha comportato che sono in menopausa, da quando avevo 38 anni, dovendo rinunciare in quello che forse era il periodo più bello della mia vita anche ad avere un figlio. Mentre facevo queste terapie ho cercato di dare un senso positivo a quello che mi era capitato".
"Due sono stati i miei obiettivi fondamentali: gridare ai quattro venti l'importanza della prevenzione, a tutte le età, ma soprattutto nelle fasce di età a rischio, e cercare di sostenere le donne che potevano avere avuto il mio stesso percorso - ha proseguito -. L'ho fatto con il mio circondario e in farmacia, tanto che ormai i clienti sanno che per ogni pillola anticoncezionale che dispenso, chiedo sempre se effettuano regolarmente i controlli". "Io non avevo familiarità per la neoplasia, ero fuori da tutti gli screening per età, e ci tengo che altre donne abbiano la possibilità di una diagnosi precoce che magari possa risparmiare loro la chemioterapia che io ho fatto. Senza nascondere la testa sotto la terra come gli struzzi, la prevenzione va fatta con un pochino di coraggio perché salva la vita".
"Quando le donne con una diagnosi di tumore al seno arrivano in farmacia le aiuto a capire gli effetti collaterali del farmaco che stanno assumendo, che cosa succederà loro. Cadranno i capelli che poi ricresceranno, che prodotti si possono utilizzare - racconta ancora l farmacista -. Le rassicuro poi sul fatto che la vita continua, segnata dalle cicatrici, non uguale a prima, ma forse per certi aspetti migliore perché magari spariscono alcune ansie per cose che si reputavano importanti e si impara ad apprezzare la vita in maniera differente. Molto semplicemente io parlo di cancro con il sorriso e questo è già importante per una paziente che sta affrontando un percorso difficile".
"Per il futuro - conclude - auspico la possibilità di fare rete anche con gli altri colleghi e impegnarci nella presa in carico e nello screening. Accompagnare la donna con dei questionari per valutare il rischio o cercare di sollecitarla rispetto alle chiamate che la Regione Lazio già fa, supportandola nella prenotazione. Altra cosa da non trascurare è che una volta ti davano una pacca sulla spalla e ti dicevano 'ok, adesso hai superato il cancro, sei guarita, va bene così'. Adesso si sopravvive al cancro in età sempre più precoci e quindi c'è un diritto ad una vita che sia il più possibile normale".