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Immunoterapia, al Gemelli la gestione delle complicanze endocrinologiche

Tra gli effetti indesiderati le disfunzioni di tiroide e ipofisi

Un nuovo microscopio ottico permette di osservare la composizione chimica dei campioni (fonte: Pexels)

Redazione Ansa

Al Policlinico Gemelli, due nuovi ambulatori gestiranno le complicanze endocrinologiche dell'immunoterapia. Tra questi, i più frequenti sono a carico di ipofisi e tiroide. Nati in collaborazione tra l'Ambulatorio di endocrinologia per le complicanze oncologiche e Ambulatorio di endocrinologia per le complicanze endocrinologiche nei tumori femminili, permetteranno una valutazione accurata e scadenzata delle problematiche di questi pazienti durante il trattamento oncologico, ma anche dopo la sua sospensione.

"La frequenza di disturbi endocrinologici correlati all'immunoterapia varia dal 4 al 14,6% dei pazienti trattati. - spiega Sabrina Chiloiro della Uoc di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico Gemelli, diretta da Alfredo Pontecorvi -. Tra gli effetti indesiderati più frequenti di queste terapie ci sono le disfunzioni tiroidee e le malattie dell'ipofisi che tipicamente compaiono a 9 settimane dall'inizio dell'immunoterapia ma, anche molto più tardivamente. Rari ma segnalati in letteratura, anche casi di diabete insulino-dipendente (che esordiscono con grave iperglicemia e chetoacidosi diabetica) e di insufficienza surrenalica primitiva". Effetti non sempre facili da diagnosticare "perché spesso esordiscono con sintomi aspecifici come una grande stanchezza (fatigue) o la cefalea - continua-. È dunque fondamentale che le persone trattate con immunoterapie siano sottoposte a stretta sorveglianza per cogliere sul nascere la comparsa di un problema endocrinologico".

Particolarmente a rischio sono gli individui con storia di precedenti patologie autoimmuni, le persone in sovrappeso/obese, quelle sottoposte ad immunoterapia per un lungo periodo di tempo, mentre le donne e i pazienti più giovani sono a maggior rischio di tireopatie. "Il nostro consiglio - conclude Alfredo Pontecorvi - è di richiedere esami endocrinologici completi prima di avviare l'immunoterapia.

Durante il trattamento, il timing dell'esecuzione degli esami ormonali completi andrà pianificato in base al rischio del singolo paziente di sviluppare tossicità endocrinologiche, soprattutto nei primi mesi di trattamento e nei pazienti con precedenti patologie tiroidee o autoimmuni. Prima di ogni ciclo di immunoterapia, consigliamo in ogni paziente di indagare l'insorgenza di sintomi riconducibili a disfunzioni endocrinologiche, e di eseguire esami ormonali per rivalutare la funzionalità tiroidea e surrenalica". 
   

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