Longevità

Difficoltà a deglutire per il 50% degli anziani ospedalizzati

Disfagia colpisce fino a 80% con malattie neurodegenerative

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 OTT - E' presente nel 50% degli anziani ospedalizzati, e colpisce fino all'80% in presenza di malattie neurodegenerative, e fino al 13% della popolazione generale over 65: è la disfagia orofaringea, ossia la difficoltà a deglutire, condizione clinica in costante aumento e poco riconosciuta e trattata. Se ne è parlato in un focus al 6/o congresso della Società Italiana di Nutrizione Clinica (Sinuc). "Come nutrizionisti clinici - ha dichiarato il Professor Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc - era centrale dedicare all'argomento una sessione del congresso. Una adeguata presa in carico e un corretto trattamento permettono non solo di diminuire la mortalità dei pazienti anziani, ma anche di migliorare la qualità di vita percepita".
    La difficoltà nel deglutire può causare stati d'animo negativi quali disagio, ansia, depressione e isolamento sociale e portare a malnutrizione, disidratazione e perdita di massa muscolare. Ma le complicanze non si limitano a questo, perché una diminuzione della sicurezza della deglutizione nel garantire la chiusura delle vie respiratorie al passaggio di liquidi o solidi, con conseguente rischio di aspirazione tracheo-bronchiale, polmonite e morte evitabile.
    La deglutizione del bolo alimentare è un atto involontario che avviene circa 150 volte nelle 24 ore, mentre la deglutizione della saliva si verifica ogni 30 secondi, durante la veglia, e ogni minuto nel sonno: vale a dire circa 1600-2000 volte nelle 24 ore. E' inoltre estremamente complesso svolto da due sistemi che lavorano in sinergia: il sistema respiratorio e il tratto digestivo superiore composto da cavo orale, faringe ed esofago.
    Fondamentale è riconoscere i campanelli di allarme che mettono a rischio di malnutrizione. "E' importante che il paziente o chi lo assiste, sia esso un familiare o un sanitario, ponga attenzione ad alcuni campanelli d'allarme, che indicano il probabile e il potenziale rischio di passaggio di piccole quantità̀ di alimenti nelle vie aeree - ha spiegato il Dottor Paolo Orlandoni, direttore Uosd Nutrizione Clinica Irccs-Inrca di Ancona e membro del direttivo Sinuc -. Per modificare la consistenza degli alimenti proposti e raggiungere la densità̀ più sicura per la deglutizione, si possono utilizzare additivi naturali e/o artificiali, come addensanti, diluenti e lubrificanti". (ANSA).
   

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